Com’è bello vedere!
Era una bella giornata di sole. Io, Giovanni, figlio di Bartimeo, stavo camminando con mio padre lungo una strada che saliva al monte Tabor. Ero allegro, perché sapevo che là in cima avremmo fatto festa con tanti amici. A un certo punto, da dietro una roccia, sbuca un cinghiale. Ci mettiamo a correre tutti e due. Io inciampo in una pietra e finisco in una buca piena di fango. Quando papà mi alza, non ci vedo più. Mi metto a piangere, a pregare Dio. Ma non c’è niente da fare.
Da quel momento la mia vita è cambiata. Sono diventato triste. Mio padre mi portava ancora con sé, ma capivo che per lui stavo diventando un peso. Allora lo supplicavo di lasciarmi lungo la strada, avrei potuto chiedere l’elemosina. A malincuore, mi abbandonò. Anno dopo anno, crescevo, ma non vedevo. Come sarebbe stato il mio futuro? Un cappellaccio in testa mi riparava dal sole, ma non dalla tristezza. Un giorno sentii tante persone che parlavano, ridevano, scherzavano. Mi dissero che stava per arrivare un maestro. Capii che forse la mia tristezza stava per finire. Cominciai a gridare forte e Lui (poi mi dissero che era Gesù) si avvicinò a me e mi chiese: “Cosa vuoi?”. “Voglio vedere”, risposi io. E in un attimo la gioia riempì il mio cuore. Ci vedevo, ci vedevo davvero. Avete capito? Come è bello vedere!