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Cinquant’anni di vita saveriana

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Celebrare le date della vita passata è un’abitudine del nostro tempo. Il 3 ottobre scorso è toccato a coloro che hanno fatto i voti religiosi come saveriani nel 1965. Quell’anno ricorreva il centenario della nascita del nostro fondatore san Guido, e il superiore generale p. Giovanni Castelli aveva voluto fare le cose in grande.

I nuovi professi dei due noviziati di Nizza Monferrato (AT) e San Pietro in Vincoli (RA) erano stati tutti convocati a Parma per fare insieme la professione religiosa. Eravamo più di sessanta (63, per la precisione): una cifra “astronomica” anche per allora!

Una festa memorabile!

Quella mattina la chiesa della casa madre dei saveriani era piena come un uovo. C’erano i sessantatre nuovi saveriani, gli studenti teologi di Parma; c’era anche un bel numero di parenti e i saveriani delle varie comunità in Italia.

La solenne celebrazione fu “concelebrata” (allora era una vera novità conciliare!) dai superiori e dai nuovi saveriani già sacerdoti. Essa fu segnata dalla commozione, e in un refettorio zeppo di convitati scoppiò l’allegria tipica delle feste saveriane. Era giusto che fosse così: la famiglia cresceva. Finita la festa, tutti alla loro destinazione!

La Messa di ringraziamento

A distanza di cinquant’anni alcuni di noi ci siamo ritrovati. Dei sessantatre saveriani che eravamo, ancora vivi siamo solo diciotto. Il numero è stato sfoltito da vicende personali e da sorella morte, che è venuta a prendersene già alcuni. C’è ancora il maestro di Nizza Monferrato, p. Francesco Cavallo, arrivato inossidabile alla veneranda età di 95 anni, in piena forma, che ora vive nella nostra comunità di Salerno.

Ci siamo trovati per iniziativa di p. Alberto Lanaro presso la casa madre di Parma; abbiamo condiviso le nostre storie, tutte interessanti. La sera del 3 ottobre abbiamo celebrato la Messa di ringraziamento, e dopo cena abbiamo celebrato ancora in fraternità la gioia di essere saveriani.

Abbiamo attraversato un’epoca storica

Guardando la foto di allora, i ricordi si sono fatti strada nella memoria ormai arrugginita… Ci troviamo ora invecchiati in fretta, dopo cinquant’anni di attività molto intensi e interessanti. Già questa è una grazia! Quante cose sono cambiate e passate in questi cinquant’anni, che costituiscono un’epoca storica: il concilio, il sessantotto, la caduta del muro di Berlino, cinque papi, la missione... Di queste vicende siamo stati protagonisti diretti o indiretti. Da esse siamo stati in qualche modo attraversati e cambiati.

Certamente non siamo più quelli del 3 ottobre 1965. Quante volte abbiamo potuto vedere che le nostre forze non erano sufficienti, ma ogni volta ci siamo anche meravigliati del bene che Dio ha fatto attraverso di noi!

Se non avessimo seguito la chiamata del Signore, dove saremmo oggi?



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