Chiamati alla missione: Non succede niente a messa!
A settembre si è tenuto in Italia il convegno missionario nazionale, con l'obiettivo di rivitalizzare le nostre parrocchie facendole diventare, tutte, parrocchie missionarie. In ottobre viene celebrato a Guadalajara, in Messico, il congresso eucaristico internazionale. Per l'occasione, il Papa ha proclamato l'anno eucaristico fino a ottobre 2005.
Una domanda stravagante. Collegando questi tre fatti, faccio una domanda, che qualcuno giudicherà stravagante: può la Messa rendere missionaria una parrocchia?Viene naturale rispondere di sì, perché conosciamo tutti l'efficacia del sacramento eucaristico. Però…, come mai si celebrano tante Messe nelle nostre parrocchie e queste, salvo prova contraria, sono così poco missionarie? Cos'è che blocca l'efficacia dell'Eucaristia, anche se viene celebrata con grande cura e sapienza liturgica?
Una risposta io l'avrei, valga quel che valga. È che noi andiamo alla Messa come a un rito e non come a un sacramento.
Crediamo nel sacramento , ma celebriamo il rito . Il ritorievoca il passato e lo fissa. Il sacramento - che pure ha bisogno del rito - sul passato costruisce il futuro, perché “ opera ciò che significa ”. E che significa la santa Eucaristia se non la piena comunione con Dio e, di conseguenza, fra noi e con tutte le persone del mondo, addirittura con il cosmo? Vita nuova, dunque: in noi, nella nostra famiglia, nella comunità locale, nel mondo intero.
Non succede niente. Se andassimo a Messa come a un sacramento , avremmo una certa… paura o, per dirla con le parole bibliche, “timore e tremore”. Sì, perché l'apertura al futuro crea sgomento. Non sappiamo cosa succederà: come sarà, dopo , la nostra vita? come sarà, dopo , la nostra famiglia? come sarà, dopo , la nostra parrocchia? come sarà, dopo , il mondo?
Invece a Messa ci annoiamo perché non succede niente.
Ed è per non farci annoiare troppo che i canti prendono un andamento rock , lo speaker ci fa alzare e sedere di continuo, si creano ogni tanto siparietti liturgici appropriati e simpatici… Diamo per scontato che non succeda niente.
Ma cosa dovrebbe succedere? Qualcosa che assomigli al… diluvio universale: il vecchio mondo di violenza e peccato viene spazzato via dal nuovo che comincia sotto i colori dell'arcobaleno. Stretti dentro l'arca di salvezza, dove Cristo ci ha raccolto, guardiamo fuori la pioggia che cessa, le acque che si ritirano, il terreno che torna asciutto e il sole che splende.
Immaginando una delle tante nostre Messe domenicali, tutti, dopo , ci dovremmo voler bene; i nemici e gli antipatici dovrebbero abbracciarsi; sull'altare si dovrebbe rovesciare, per i poveri del paese e del mondo, quasi tutto quel che c'è nel nostro conto corrente. Uscendo di chiesa, leggeri e felici, dovremmo andare lungo le strade o in piazza o al bar, a incontrare quelli che sono fuori la domenica mattina e allargare la festa, annunciando che tutto è cambiato. Poi, magari, dovremmo spingerci nelle case e abbracciare i malati, dare una mano agli anziani, giocare con i più piccoli e qualche volta fermarci a mangiare, due o più famiglie insieme.
Non succederà mai. E allora le parrocchie non saranno mai missionarie . Continuiamo a dire che la vita nuova è entrata in noi (tanto bene che non si vede più!); ma gli altri non sono interessati. Sarebbero interessati, però - e come! - al cambiamento del mondo!
Il Papa ha proclamato il prossimo anno (2005) Anno Eucaristico. Se cominciasse da qui, da una Messa-sacramento , la trasformazione delle nostre parrocchie in comunità missionarie