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Canto, gioco, silenzio e preghiera: 2000 giovani a Jesolo

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Duemila giovani si sono ritrovati al Pala Arrex di Jesolo per l'incontro diocesano che si è svolto domenica 6 maggio. La giornata, che aveva per tema "One way Jesus - Gesù unica via", è trascorsa in compagnia del patriarca Francesco Moraglia ed è servita a tutti i partecipanti per fare amicizia, conoscere realtà nuove, seguire la sceneggiatura preparata dalla Pastorale giovanile che ha magistralmente organizzato l'evento e anche per giocare, cantare, ballare...

Un messaggio, una gioia

Oltre quaranta stand hanno dato l'opportunità ai partecipanti di conoscere proposte attraenti. Il "viaggio" tra banchetti e forum, campi di gioco e spazi per la meditazione e l'adorazione è stato registrato su un biglietto, che al termine si è rivelato utile per ricevere il mandato finale, a seconda delle propensioni di ognuno.

Alla fine il messaggio, in un certo senso, sono proprio i giovani. "Nei momenti difficili noi dobbiamo guardare a voi, perché riuscite a fare meglio quello che noi abbiamo fatto finora", ha detto loro al termine mons. Moraglia. "Oggi ho visto giovani motivati, che sanno vivere il momento dell'incontro, del canto, del gioco, ma anche il momento della preghiera. Quando troviamo quasi duemila ragazzi in silenzio, intorno all'altare, è un messaggio, è una catechesi, è una gioia".

La vera libertà e un compito

«Libertà è avere un progetto - ha ricordato mons. Moraglia - non è fare quello che si vuole. E la vera libertà è superare le difficoltà che si interpongono tra me e il mio progetto di vita, che per un cristiano è Gesù. A Dio sta a cuore la nostra libertà. Voi siete i primi evangelizzatori dei vostri coetanei. Certe cose dette da un prete, dal parroco, dal vescovo, lasciano il tempo che trovano; dette da un coetaneo no. Nel momento in cui si dà grande importanza al ballo, al canto, allo sport, è significativo trovare un ragazzo o una ragazza che eccelle nello sport, nel ballo, nel canto e di cui si può dire "è in chiesa a pregare", "sostiene un gruppo di volontariato", "sta facendo un ritiro spirituale".

Questa è l'evangelizzazione dei vostri coetanei: essere autorevoli nelle cose che piacciono ai vostri amici e dire con la propria vita che si può eccellere in quelle cose, volendo bene a Gesù, avendo tempo per lui, che è il criterio ultimo delle mie scelte».

Testimonianze di servizio e amore

Durante la giornata ci sono state varie testimonianze che hanno dimostrato in che modo Gesù, per un giovane, possa diventare il "senso unico" della propria via.

Davide, 23 anni, da tre anni in seminario, ha raccontato quanto sia importante avere l'esempio di persone capaci di fare scelte radicali. Nel suo caso, queste persone sono state i suoi genitori, che dopo aver avuto cinque figli hanno accettato di accogliere in adozione un bambino con la sindrome di down.

Claudio ed Edoardo hanno spiegato come, con la loro associazione, hanno aiutato un ragazzo che si era chiuso in casa a causa della depressione, accostandosi non al malato, ma alla persona... Riccardo e Chiara hanno parlato del lavoro svolto con la Ronda della Carità a Venezia e a Mestre. Federico, scout, aveva iniziato a compiere un servizio rivolto ai senza fissa dimora, sentendosi però inadeguato: «Poi un ‘fissa dimora', Martin, suona con il violino un brano in maniera divina. Quando finisce gli dico "bravo". E lui risponde: "No, è bravo solo Gesù". Ho capito il senso del mio servizio: sono un violino, posso essere scordato, ma sono nelle mani di uno straordinario maestro, che ha un talento incredibile e non può sbagliare».

Il cammino dei quasi duemila giovani di Jesolo continua. Si troveranno ora in mezzo ai loro amici a scuola, negli impianti sportivi, nella scuola di ballo, al coro, con la band... Saranno lì con una certezza in più su chi sono, consapevoli che senza Gesù non potranno far nulla, ma liberi di realizzare il progetto che è stato scritto sulla loro vita.

E sapranno anche cosa sono chiamati a fare: essere evangelizzatori dei loro coetanei.



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