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“Cammino per un missionario…”

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Tra i carismi che abbelliscono e arricchiscono spiritualmente la Chiesa che vive in Friuli, c’è quello Carmelitano, che da 58 anni irradia dal Monastero Gesù di Nazareth di Montegnacco. Tutti conoscono questa oasi religiosa di silenzio e di pace dove, in vita fraterna, vivono alcune monache carmelitane, dedite quotidianamente alla preghiera, al lavoro e alla gentile accoglienza di quanti salgono al Monastero per un incontro spirituale con loro o per sostare nella bella e silenziosa chiesetta del Carmelo per un’ardente e fiduciosa preghiera. Quest’anno, ricorrendo il 150° anniversario della nascita di Santa Teresina del Bambino Gesù e del Volto Santo, co-patrona delle Missioni con S. Francesco Saverio, desideriamo far conoscere a voi, nostri gentili e affezionati lettori, il carisma carmelitano, che nel cuore della Chiesa continua a pulsare con una forte carica di slancio apostolico. Come ama dire Papa Francesco: “Il cristiano è missionario ovunque o non lo è mai!” (p. Lorenzo Mattiussi, sx).

La dolorosa malattia che stava devastando il fisico di Teresa di Lisieux era giunta ormai alla fase terminale. La Priora, pensando di darle un sollievo, aveva suggerito alla Santa di fare di tanto in tanto una passeggiata in giardino. Suor Teresina obbediva, non certo perché questa passeggiata le desse sollievo, ma perché sapeva che attraverso l’obbedienza s’innestava nella volontà di Dio e attirava grazie su grazie per le anime.

A una consorella che un giorno la vedeva camminare con tanto sforzo, disse: “Cammino per un missionario … Penso che laggiù, molto lontano, un missionario è forse sfinito nelle sue corse apostoliche”. Teresina camminava per lui, convinta che la propria fatica gli avrebbe infuso quella forza che forse stava per esaurirsi. È la missionarietà che passa per la pienezza del dono di sé e che Dio rende feconda nel mistero del Corpo mistico.

Santa Teresina è giunta a questa particolare intuizione dopo un lungo percorso segnato da forti e “classici” slanci missionari. Già in famiglia circolavano gli Annali della Propagazione della Fede, mentre il santo papà Luigi riservava sempre una parte del bilancio familiare alle missioni. Da adolescente, Teresina si imponeva dei paletti alla lettura delle riviste missionarie, perché le accendevano nel cuore un tale desiderio, che lo riteneva ‘pericoloso’ per la sua vocazione claustrale! Quando, una volta al Carmelo, seppe che la Priora le affidava due giovani missionari in formazione, per i quali pregare e anche scrivere qualche lettera di tanto in tanto, confessò di avere provato una gioia così grande, che doveva risalire alle pure gioie infantili per trovarne una così intensa.

Quando poi in comunità si ventilò la fondazione di un monastero in Indocina, offrì subito la propria disponibilità, come si espresse poi nel celeberrimo brano sulla sua vocazione nel cuore della Chiesa: “Avrei voluto essere missionaria non solo per qualche anno, ma sin dalla creazione del mondo e fino alla consumazione dei secoli!”.

fri Madonna del Carmelo 2Questo sguardo contemplativo e questa fecondità missionaria sono elementi fondanti del Carmelo. Contemplare il Volto di Dio che infonde fecondità alla missione è un atto che viviamo quotidianamente nella nostra comunità carmelitana. Come Santa Teresina del Bambino Gesù, anche noi amiamo ascoltare i racconti dei missionari, rispondere alle loro lettere, sostenere le loro opere …
Tutte queste esperienze accendono e alimentano l’amore per le missioni della Chiesa e ci ricordano sempre le parole di Gesù, allorché misurava con gli occhi del cuore le sterminate necessità di cuori missionari: “Pregate dunque il Padrone della messe …”.  Questo, prima di ogni altra cosa, cerchiamo di fare, giorno dopo giorno.



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