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Per il gioco delle lune, che determinano la data della Pasqua, quest'anno la quaresima comincia presto, nel corso del mese di febbraio. Con l'imposizione delle ceneri, inizia il tempo della preparazione alla Pasqua: l'annuale rinnovamento della nostra vita cristiana personale e comunitaria.

La quaresima è sempre un tempo di impegno serio ed esigente, ma quest'anno assume una serietà del tutto particolare, per la crisi che colpisce non solo noi, ma anche molti paesi del mondo, e per il momento politico che si sta vivendo da noi in Italia.

La politica del buon governo

Siamo chiamati a scegliere coloro che avranno in mano le sorti politiche del nostro Paese, da cui non dipende solo il buon governo della nostra nazione, ma anche il futuro di molti fratelli e sorelle che stanno soffrendo per la congiuntura attuale e, di riflesso, il destino dei paesi più poveri che guardano ancora a noi con speranza.

Tutti sentiamo che non si può continuare a vivere sopra le righe come abbiamo fatto in questi ultimi decenni; che dobbiamo cambiare il nostro stile di vita; che s'impongono scelte ispirate dalla sobrietà e dalla solidarietà, non solo perché il portafoglio è presto vuoto, ma perché non è giusto scialare quando molti altri, anche a causa dello sperpero, devono tirare la cinghia.

Il cambiamento dovrà toccare le pieghe più remote della nostra esistenza personale e collettiva e far cambiare l'impostazione della società, ma anche la vita dei singoli. Ci dovrà essere una vera conversione, un cambiamento di mentalità.

Il valore più importante

Siccome poi questa crisi non è solo economica e politica, ma riguarda l'uomo e l'umanità, per uscirne è necessario un cambiamento più profondo che vada alle radici e rimetta ordine nella scala dei valori che determinano la nostra vita. Qual è il valore più importante? Certamente non il profitto e il guadagno, ma la persona umana e la vita insieme, con quei diritti fondamentali che ad essa si riferiscono e che devono essere assicurati a tutti.

Ma la persona umana trova tutto il suo valore e la sua importanza solo se rimette Dio al primo posto: non a parole o con dei riti esterni, ma nel profondo della vita. Ce lo ricorda continuamente il Papa: Dio deve ritrovare il primo posto. La sua Parola deve tornare a risuonare e a richiamare la persona umana e la società ai valori veri e autentici, a quelle scelte di "carità nella verità" che sono la garanzia di un mondo diverso.

Questo e solo questo potrà cambiare la vita, riportare all'onestà e alla giustizia, alla solidarietà e alla sobrietà, alla compassione e alla misericordia e al senso della misura, che abbiamo perduto nell'ubriacatura di questi ultimi decenni di benessere del nostro mondo occidentale. Ora che abbiamo toccato il fondo, forse sarà più facile capirne l'urgenza.

Una traccia di cammino

In questo compito di conversione ci aiuta la quaresima e la parola del libro di Isaia, che si proclama nei primi giorni di questo tempo sacro e che traccia un cammino di rinnovamento: "Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi..., dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri e i senza tetto, vestire uno che vedi nudo..." (Is 58,6-7).

Isaia parlava a un popolo impoverito, che usciva da un lungo esilio e che si lamentava con Dio, che sembrava insensibile alle sue preghiere. "Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio" (vv.9-10).

Far funzionare la fantasia

Oggi Isaia ci chiederebbe forse di aprire le nostre case ai poveri e ai senza casa, di ridurre le proprie esigenze per condividere il lavoro con chi altrimenti lo perderebbe del tutto, di non spendere per oggetti di lusso non necessari, di ridurre i consumi, soprattutto dei beni non rinnovabili, e magari anche altro.

La fantasia non ci manca: vediamo di metterla in funzione. E ricordiamo che quanto più pretendiamo per noi, tanto meno resta ai poveri più poveri. È una questione di stretta giustizia e, in molti casi, anche di vita e di morte.



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