Brescia, Il Saverio e i sacerdoti
Un'eredità da raccogliere
I missionari saveriani e i sacerdoti diocesani di Brescia hanno celebrato insieme la festa di san Francesco Saverio, patrono delle missioni, nel cinquecentesimo anniversario della sua nascita. È stata una giornata di spiritualità missionaria sacerdotale.
Il Saverio in Italia
Padre Luigi Menegazzo, vicario generale dei missionari saveriani, ha ripercorso le tappe del viaggio del Saverio in Italia, dopo l'incontro con sant'Ignazio e la conversione. Il Saverio è passato per Trento e ha sostato a Venezia, Vicenza, Bologna, Loreto, Roma, insieme ai “compagni di Gesù”. Viveva poveramente e serviva i malati e gli appestati. Papa Paolo III aveva molta stima di questi sacerdoti e chiedeva loro impegni speciali. Nel 1540, Ignazio comunica al Saverio la decisione di inviarlo come missionario in India. I due amici non si vedranno più.
Ignazio e Saverio hanno portato grandi novità nella chiesa. La vita religiosa non aveva niente di sentimentale, ma era finalizzata all'apostolato. Ogni attività apostolica era frutto di decisioni comunitarie discusse e condivise. La rigidità di vita personale non ha tolto al carattere del Saverio la cordialità e l'amabilità. Il Saverio è stato un grande missionario con un'idea sola, senza riserve mentali, dedito alla missione che Dio gli aveva affidato. La sua semplicità e la fedeltà al vangelo sono state le sue grandi novità. La fedeltà basata nella fiducia in Dio produce pace interiore, gioia e coraggio. Qualità necessarie anche ai sacerdoti di oggi.
Nel segno della semplicità
Mons. Beschi ha concluso l'incontro, definendolo ricco di riflessioni e interessi. Del Saverio ha sottolineato la forza di rinnovamento spirituale, che non si è limitata alla sua persona, ma si è estesa alla “Compagnia di Gesù” e al carisma a cui ha aderito.
Il vescovo avverte oggi l'esigenza di una crescita della coscienza missionaria. Sotto il nome di missione, si sviluppano esperienze nuove che toccano il mondo dei giovani e del volontariato. Sono occasioni utili per entrare in contatto con esperienze religiose diverse da quelle sacerdotali. Il compito missionario non va ridotto a qualche nobile iniziativa che rischia di concludersi in se stessa. “La missione della chiesa non è un di più, non è un “da farsi”, ma è qualcosa che ci costituisce come vera chiesa del Signore. Questi motivi alimentano il desiderio di servire la chiesa con semplicità e dedizione, come il Saverio.
L'unione profonda tra la vita personale e l'attività apostolica è uno stile che anche noi dobbiamo raccogliere come eredità spirituale”.