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Nell’incontro conclusivo delle attività del Centro missionario di Venezia, domenica 28 maggio, sul tema del Narrare, abbiamo fatto il punto della situazione e ci siamo proiettati sul Trasfigurare che sarà il tema del prossimo anno.

La Casa degli angeli in Thailandia

Hanno partecipato suor Angela Bertelli, saveriana, e don Giovanni Volpato, che ci hanno narrato due esperienze importanti. Suor Angela è stata missionaria in Sierra Leone (dove, con altre consorelle, era stata rapita dai ribelli) poi negli Stati Uniti e ora in Thailandia. Ha presentato questa nazione, di maggioranza buddhista, e ha illustrato l’esperienza della Casa degli angeli. Lì, con altre persone, sono accolti bambini abbandonati e disabili.

Arrivando, suor Angela si era chiesta come vivere in modo diverso la missione. Ha cominciato a frequentare le periferie della capitale, si è accorta del problema dei bambini e ha cominciato ad accoglierli. La gente si chiedeva perché lo facesse. Insomma, la sua missione è diventata concreta, come ci ricorda papa Francesco. Pian piano la responsabilità della Casa è passata nelle mani delle mamme che hanno fatto propri i suoi consigli e hanno visto la sua testimonianza personale di ogni giorno.

Non era più una straniera, ma una di loro. E il suo grazie è andato anche alla diocesi di Venezia che le ha dato una mano in tutti questi anni.

In Kenya per lavorare insieme

Il secondo testimone è stato don Giovani Volpato (20 anni in Africa), fondatore, 20 anni fa, della missione di Ol Moran in Kenya. Ci ha raccontato gli inizi, gli aiuti ricevuti da diverse parrocchie della diocesi e da molti. Attraverso la “Saint Martin” (Caritas), che ha come slogan “Niente senza la comunità”, ha cercato di arrivare alle famiglie, sensibilizzando la comunità. È stato un lavoro faticoso, ma rende di più.

Un problema grave in molte parti dell’Africa, e in Kenya in particolare, è quello del tribalismo. Don Giovanni, ritornato in Italia, ha cercato di sensibilizzare la comunità cristiana, mettendo in evidenza che in Africa si cerca di lavorare insieme, di conoscersi, di fare collaborazione.

E tra i frutti, ricordava don Paolo, direttore del Centro missionario, c’è stata una vocazione sacerdotale. In più, l’esperienza dei fidei donum italiani ha sensibilizzato i presbiteri locali che si sono offerti di andare a lavorare in altre diocesi.



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