Alla tomba di padre Uccelli
Una sorpresa: una devota ci racconta di lui
Una sorpresa è riservata ai devoti visitatori che accedono alla tomba del servo di Dio, padre Pietro Uccelli, custodita dai saveriani a Vicenza. Sulla parete accanto all'urna, domina un originale ritratto a uncinetto: è la figura del padre in grandezza naturale. I lineamenti, le occhiaie infossate, la barba minuta, le dita scarne, la soffusa mitezza che traspira dal viso lo attestano: incredibile, ma è proprio lui.
Le confidenze di signora Virginia
Quanti segreti, quante storie racchiudono le esistenze dei santi! Tante rimarranno scritte solo in cielo, ma tante si salvano. Ne custodisce diverse, nella sua mente, un'anziana signora di Saline di Noventa (VI), Virginia Fontana. Padre Uccelli era suo confidente e direttore spirituale.
Lei ebbe il privilegio di trattenersi per due ore al capezzale del padre, la vigilia della sua morte. Quel giorno, il caso, che noi chiamiamo Provvidenza, guidò Virginia da padre Uccelli. Ecco il suo racconto.
"Da due anni, avevo la febbre e tante volte la sera saliva a 40. Ci rechiamo con mio marito Mario da uno specialista, al San Bortolo di Vicenza. Nella visita, mi riscontra una pleurite doppia, trascurata; uscendo dal controllo tremavo tutta. Una donnina minuta si accosta a mio marito e, visto il mio stato pietoso gli suggerisce premurosa: - Qui vicino, alle Missioni, c'è un padre che fa tante grazie. - Cara lei, risponde Mario, ho portato mia moglie anche dai frati, a Rua, ma senza esito. Da parte mia insisto di provare.
Allora ci avviamo, accompagnati dalla figura gentile. È lei a tirare il campanello; compare il portinaio Francesco. Ci giriamo entrando, ma la piccola signora è sparita, volata via. Usciamo sul vialone: di su, di giù, nessuna traccia. Chi era? Dov'era andata?
Lo domandiamo anche a padre Uccelli; non dà importanza all'accaduto. "Lasciamo perdere, conclude, abbiamo qui san Giuseppe". Confido al padre i miei mali e che dovrò essere ricoverata al sanatorio di Bassano. Lui alla fine mi benedice con l'acqua santa. Tornati a casa, ho disfatto le valigie e al sanatorio non sono più andata".
Altri eventi, altre sorprese
Questo è l'inizio della storia. Altri eventi sono seguiti. Accadde sulla littorina per Vicenza, dove Virginia era salita. Una donna, colta da malore, sviene; ogni tentativo di soccorso fallisce. Virginia si fa largo e riesce a far inghiottire alla poveretta un sorso d'acqua benedetta da padre Uccelli, che aveva sempre con sé.
La svenuta lancia un urlo, tra il silenzio di piombo dei passeggeri e la curiosità generale che seguì: "Ma che cosa le ha fatto?" . Si era ripresa di colpo.
Il camionista bestemmiatore
Ancora Virginia si trovava per cure all'ospedale. Nella stanza accanto portano un camionista, vittima di un incidente. Le lamiere del carico avevano sfondato la cabina; il compagno alla guida era deceduto; lo scampato era tutto rotto; riusciva solo a bestemmiare con furore. Non lo aveva mai fatto in vita sua, a dire dei suoi; era in un'agitazione irrefrenabile.
A Virginia era proibito scendere dal letto, perché aveva la schiena a pezzi . Ma si alza lo stesso, si fa largo con fatica, si avvicina all'infermo, gli posa una mano sulla fronte e infila l' immagine di p. Uccelli sotto il cuscino.
L'effetto è immediato: il sofferente si calma e si addormenta. "Ma come è successo?" - le chiedono. Virginia estrae il colpevole da sotto il guanciale. •
La storia del ritratto a uncinetto
Dina, figlia di Virginia, aveva allora cinque anni ed era affetta da un brutto gozzo, che richiedeva un intervento chirurgico rischioso. La mamma porta la piccola da padre Uccelli.
"Mi ha seduta sulle ginocchia, racconta Dina. Mi ha fatto una carezza, mi ha domandato se sapevo le preghiere; me ne ha fatto dire una davanti alla famosa statuetta di san Giuseppe. Alla fine mi ha tracciato con il dito un segno di croce sul gozzo e mi ha detto: Vedrai che san Giuseppe ti farà guarire. Dopo poco tempo il gozzo era sparito".
La promessa di Dina
Dina andò sposa a Vito Ghirardo; lavorano 35 anni insieme alla Fiat di Torino. A causa delle condizioni di lavoro, il cuore di Vito è irrimediabilmente compromesso. Urge un intervento. Dina promette di eseguire un ritratto a uncinetto di p. Uccelli. E qui entra in scena l'interessato: il futuro beato.
Una notte appare a Dina, in veste nera, con la barba, sollecitando l' esecuzione del ritratto e promettendo che ogni cosa andrà a posto. Dina resta emozionata. Al mattino ne parla alla mamma. Occorre mantenere la promessa. Intanto Vito è strappato per due volte alla morte per crisi cardiaca e una terza volta per emorragia cerebrale.
Dina inizia il lavoro del ritratto a uncinetto, che si protrae per sei mesi, anche da mattina a sera. Il risultato è un capolavoro.
Il sogno della madre
Gli eventi continuano. Capita a Virginia di rimanere presa con la mano destra tra la portiera di un'auto. La mano resta malconcia e i dolori sono forti, ma non vuole andare al pronto soccorso. Alla sera va a letto con il termoforo. Verso le tre, la stanza è inondata di viva luce e da un profumo di gigli e viole; sente la voce di padre Uccelli. Scende da basso: tutto è oscuro. Ritorna a letto. Al mattino, le lesioni e i dolori sono scomparsi .
Come avrebbe potuto, altrimenti, continuare a confezionare coperte e copripiedi da inviare alle missioni? Virginia ha un sogno, in fondo al cuore: vedere alla gloria degli altari il suo venerato padre. E con lei, tante altre persone che padre Uccelli hanno conosciuto, amato e pregato.