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Alla ricerca di un... "veterano"

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Caro direttore, avevo chiesto informazioni su p. Michelangelo Pennino, che ho conosciuto tanti anni addietro e che avevo scelto come direttore spirituale, anche se "a distanza". Ti ringrazio per avermele inviate subito. Ho chiamato al numero di cellulare che mi hai mandato e p. Michelangelo ha risposto subito. L'emozione è stata grandissima da ambo le parti, anche perché era passato molto tempo dall'ultima volta che ci eravamo sentiti. Ci siamo detti tante cose. Avvertivo il suo entusiasmo per tutte le novità che raccontavo sulla mia famiglia, che lui ha conosciuto. Ora che abbiamo ripreso le nostre comunicazioni, ci siamo ripromessi di sentirci ogni tanto, per sostenerci con la reciproca preghiera e la gioia dell'amicizia.

Confidando nello spirito di preghiera della comunità saveriana e nella fraternità della fede, ti saluto insieme alla famiglia.

Eugenio, Scalea.


Caro Eugenio,

hai fatto bene a scrivermi per chiedere come rintracciare un missionario amico, di cui avevi perso le tracce. Ho apprezzato le tue parole e il tuo atteggiamento verso un missionario anziano e soprattutto colpito da malattia, dalla quale non si guarisce, se non per miracolo. C'è solo da accettare e convivere, tirando fuori tutto l'entusiasmo per la vita che uno ha dentro di sé.

L'amicizia è tale quando continua anche nel tempo della sofferenza e dell'inattività. L'amicizia è ancora più grande e profonda, quando ricerca il contatto con il proprio "padre spirituale", anche quando questi sembra essere ormai... fuori gioco! Perché proprio questo tu hai cercato: il missionario che ha accompagnato te e la tua famiglia nella vita dello spirito e quindi, senza rivendicare un "diritto naturale", resta a disposizione e in attesa che il "figlio spirituale" lo cerchi e si avvicini.

Ti ha risposto subito, come se non avesse avuto altro da fare; come se fosse stato in attesa della tua chiamata, da sempre. Immagino la vostra emozione e l'intimità del colloquio: penso sia come quando un figlio o una figlia si fanno vivi al genitore, dopo tanti anni di silenzio.

Il beato Conforti ci credeva molto: "I missionari costretti dalla malattia o dall'età ad abbandonare il campo di lavoro, devono essere considerati come i veterani dell'apostolato, meritevoli di ogni rispetto". Anche papa Wojtyla, nella "Lettera agli anziani", afferma: "La chiesa ha bisogno di voi, conta sulla vostra preghiera, attende i vostri consigli e si arricchisce della vostra testimonianza evangelica".

Nella casa madre di Parma vivono vari saveriani malati e in età avanzata. Alcuni di loro si danno il turno come "confessori" nel santuario Conforti. In ogni comunità saveriana vive qualche missionario anziano. Fa bene a loro, sentirsi ancora utili e ricercati. Fa bene a noi, avere un missionario che prega per noi e ci accompagna con il suo consiglio e incoraggiamento.

Posso dare un consiglio a tutti? Cercate, telefonate, visitate un... "veterano missionario". Fraterni saluti,

p. Marcello, sx.



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