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“Accorgerci” e “mi rendo conto”

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Abbiamo richiamato più volte, in questa pagina, il fatto che il Signore Gesù, per mezzo del suo Spirito di Risorto pieno di vita e forza di Dio, è presente e in azione in tutto il mondo e in ogni persona, credente o no, buona o cattiva.

San Luca, negli Atti degli Apostoli in cui narra gli inizi della Chiesa, ci dice come avviene la missione, mostra ripetutamente che essa è realizzata e diretta dallo Spirito del Signore Risorto. È lui che dice al diacono Filippo di recarsi nella tale strada a tal ora per incontrare un uomo che stava viaggiando e aprirgli la via della salvezza. È lui che dice al centurione romano Cornelio, pagano, di mandare a chiamare Pietro e poi comanda a quest’ultimo, quando bussano alla sua porta: “Apri senza esitazione, sono io che li ho mandati”.
Quando Pietro entra in casa di Cornelio e capisce chi aveva organizzato tutto, esclama: “Mi rendo conto che Dio non fa preferenze di persone e che chiunque lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”. Così Pietro e poi tutta la Comunità di Gerusalemme, che prima era contraria, accetta di aprirsi ai pagani. “Chi sono io - dice Pietro - per porre impedimento a Dio?”.

Abbiamo visto che tutti i Papi dei nostri tempi parlano dello Spirito Santo come “il Protagonista della missione”. Il cardinal Martini dice che lo Spirito Santo “arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi, a noi tocca anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro”.
Come si vede, San Pietro ci suggerisce il verbo “Mi rendo conto”, i Papi e il card. Martini ci suggeriscono un atteggiamento di scoperta, che possiamo riassumere con “accorgerci” della sua azione e collaborare con lui.

Diceva ancora il cardinal Martini nella Lettera pastorale alla sua Chiesa: “Il Signore Gesù è presente in tutte le più diverse situazioni del tempo e dello spazio, si presenta vivo e vivificante a tutte le generazioni degli uomini: nello Spirito Gesù prende oggi possesso dei cuori che si aprono a lui, sia nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti, sia, più in generale, nell’accettazione del mistero della vita e della morte e nell’esperienza della carità, della solidarietà e della giustizia”.

Queste ultime espressioni ci aprono prospettive enormi per comprendere l’azione dello Spirito di Gesù nel cuore umano, a partire dalle persone vicine a noi o che incontriamo. La missione è a portata di ciascuno di noi. Siamo chiamati ad “accorgerci” della sua azione, per poi farla percepire perché possa essere accolta. Non sempre l’accoglienza avverrà, non dipende da noi, ma è questo il campo della missione dei cristiani nei nostri tempi. Non è vero che Dio è assente. È più presente che mai e sta lavorando attivamente. Sta a noi “accorgerci” e fare la nostra parte.



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