Abbiamo raccontato l’incontro: Festa dei popoli, Salerno
A Salerno la "festa dei popoli" sta diventando una bella tradizione. È un modo simpatico e interessante per conoscere tante culture, tutte in un giorno. Ne abbiamo molte qui a Salerno, come nel resto dell'Italia: Marocco, Filippine, Moldavia, Polonia, Romania, Senegal, Sri Lanka, Cuba, India, Ucraina... Un immenso atlante reso vivo da tante persone simpatiche, che incontriamo ogni giorno nei nostri quartieri e che ci danno il meglio della loro cultura.
Alcune parole chiave
Il tema di quest'anno era, "Dall'incontro al racconto". Domenica 23 maggio ci siamo trasferiti in un mondo di fiabe, in cui ogni cultura fa sognare. I sogni sono diventati realtà attraverso storie, rappresentazioni, stand colorati, senza dimenticare la cucina.
Tutto è stato preparato con tanti incontri, tanta pazienza e tanta voglia di conoscersi e ascoltarsi. È doveroso spiegare però cosa s'intende con la frase, "Dall'incontro al racconto". Seguiteci con attenzione.
C'è racconto nella musica: danze e canti comunicano gli stati d'animo e i messaggi. Nei giochi c'è comunicazione perché mettono in relazione e fanno confronto. Nelle tradizioni religiose c'è conoscenza: il senso di Dio è presente in tutte le culture. Nelle fiabe e nelle feste c'è tradizione, perché si condivide un passato che è vissuto ancora oggi.
Sfilata di colori, musica e danze
La festa è cominciata con una preghiera ecumenica, un vero dialogo interreligioso. L'Ucraina ha aperto le danze con una fiaba: ci ha detto che insieme si possono vincere le difficoltà. La Polonia ci ha descritto l'origine della capitale Varsavia e ci ha trasportato nelle loro terre. Le comunità di Romania e Moldavia ci hanno deliziato con un ballo "Hora". Gli amici dello Sri Lanka, dopo un ballo tradizionale, ci hanno ricordato che sono intervenuti in tante situazioni difficili qui a Salerno per risolvere qualche problema.
Del Marocco, una new entry, abbiamo apprezzato i dolci e i vestiti tradizionali. Da Cuba sono arrivati i ritmi sudamericani... E allora tutti a bailar. Il Magreb ha messo in mostra i suoi vestiti e oggetti colorati. Il Senegal ci ha fatto muovere al ritmo dei tamburi. Mentre la comunità delle Filippine ci ha fatto danzare e sognare con i loro canti. Infine, l'Italia ci ha ricordato che la storia di "S. Francesco e il lupo" è sempre attuale.
Una cosa è leggere un libro di geografia, un'altra è vederla, toccarla con le nostre mani. Ci siamo conosciuti, apprezzati e forse... ora ci vogliamo un po' più bene. Basta poco. Non possiamo dimenticare chi ha lavorato duramente e con fantasia. Grazie per il vostro impegno! Non aspettiamo il 2011: ogni giorno sia "festa dei popoli".