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P. Roberto Beduschi è stato maestro dei novizi saveriani in Italia e in Brasile. Molto spesso ha parlato ai novizi del Fondatore dei saveriani, ma talvolta ha aperto il suo cuore anche ai confratelli. Una volta, parlando ai saveriani, a Pirajù, ricordò il suo unico incontro con mons. Conforti. Lui aveva 9 anni ed era chierichetto nella parrocchia di Rivarolo Mantovano. Quel giorno c’era la Cresima e, al posto del vescovo di Cremona, venne il vescovo di Parma mons. Conforti.

Il chierichetto Roberto fu incaricato di tenere la mitra del vescovo e lui lo fece con molta devozione. Ne ricavò un’ottima impressione, che rimase nella sua memoria, e un forte amore per la liturgia. E una volta uscita la costituzione del Concilio sulla riforma liturgica, per molte domeniche p. Roberto spiegò ai parrocchiani del Tempio del Sacro Cuore, a Parma, le varie parti dell’Eucarestia, con il loro significato, e il motivo dei cambiamenti.

Poco dopo la beatificazione del Fondatore, in un’assemblea dei saveriani del Brasile Sud, a Londrina, p. Roberto fu incaricato di guidare un’orazione Eucaristica. Ne approfittò per fare una meditazione profonda, spiegando, strofa per strofa, il canto Adoro Te Devote di S. Tommaso d’Aquino. Poi, p. Roberto commentò brevemente il discorso di mons. Conforti al Congresso Eucaristico di Palermo nel 1924 su “Eucaristia e Missioni”. Il discorso era stato distribuito a tutti dopo la beatificazione e, a suo tempo, mons. Angelo Roncalli lo teneva sulla sua scrivania.

Il Fondatore si diceva entusiasta delle notizie che gli scrivevano i missionari: le giovani chiese hanno meraviglia e fervore per l’Eucaristia e vi trovano l’alimento forte per affrontare le difficoltà e la forza spirituale per rispondere con generosità alle varie vocazioni.

Era la festa del Fondatore del 2004 e noi saveriani, di Piracicaba e Hortolândia, eravamo riuniti nella fattoria di Dona Nilza per celebrare e festeggiare insieme. Chiedemmo a p. Roberto di presiedere l’Eucarestia e lui ci sorprese con una bellissima omelia.

Il suo sogno era che san Guido Conforti non solo potesse essere dichiarato santo, ma anche diventare il terzo patrono delle missioni.

S. Francesco Saverio è patrono delle missioni perché fu un grande missionario nell’Oriente; S. Teresina del Bambino Gesù è patrona delle missioni perché fu il cuore della chiesa, pregò e si sacrificò per le missioni. Guido Conforti, disse p. Roberto, aveva vissuto allo stesso tempo come “vescovo in Italia e missionario per il mondo”, trasmettendo questa sua spiritualità non solo ai saveriani, ma anche all’Unione missionaria del clero. Aggiunse che come la circolazione sanguigna ha bisogno di due movimenti, così ogni chiesa ha bisogno dell’anelito missionario per fruttificare e rinnovarsi.

In realtà, ogni cristiano è chiamato a vivere questa duplice finalità indicata da Gesù e insita nel proprio cristianesimo. Ogni chiesa e comunità locale deve essere missionaria nel proprio territorio, ma anche pregare, sacrificarsi, inviare offerte, mandare e ricevere missionari nel mondo intero. S. Guido è stato canonizzato nel giorno della Giornata missionaria mondiale… è già un buon inizio.

Sarà possibile che il sogno di p. Roberto diventi realtà?



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