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Nel quadro dell’anno santo, il Papa ricorda a tutti noi che la missione ad gentes è un modo molto concreto di vivere quella misericordia che abbiamo ricevuto da Dio. E si tratta di un impegno importante, ancora più necessario in un tempo, come il nostro, di crisi e di guerre.

Il Papa dice che “il giubileo straordinario, che la chiesa sta vivendo, offre una luce particolare anche alla Giornata missionaria mondiale del 2016; invita a guardare alla missione come a una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale”.          

Uscire dalle nostre comunità

Come ogni anno, la Giornata missionaria mondiale ci ricorda un dovere, sentito però come un bisogno del cuore: “uscire dalle nostre comunità, come discepoli missionari, mettendo a disposizione della missione i propri doni, la propria creatività, saggezza ed esperienza, per portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana”. Sono ancora troppi quelli che non l’hanno ricevuto!

Accogliendo il comando di Gesù, “la chiesa si prende cura di quanti non conoscono il vangelo. Essa sente il desiderio che tutti siano salvi e giungano a fare esperienza dell’amore del Signore. La chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del vangelo (Misericordiae Vultus, 12) e di proclamarla in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, uomo, anziano, giovane e bambino”.

La presenza femminile

Nel presentare la missione, il Papa afferma che tutti i battezzati devono sentirsene investiti, ma fa un accenno non convenzionale alla presenza femminile nella missione dicendo che “le donne, laiche o consacrate, e oggi anche non poche famiglie, realizzano la loro vocazione missionaria in svariate forme: dall’annuncio diretto del vangelo al servizio caritativo”.

Completando l’azione evangelizzatrice e sacramentale dei missionari, le donne e le famiglie possono comprendere con più facilità i problemi della gente e affrontarli “in modo opportuno e talvolta inedito… con una spiccata attenzione alle persone più che alle strutture e mettendo in gioco ogni risorsa umana e spirituale nel costruire armonia, relazioni, pace, solidarietà, dialogo, collaborazione e fraternità”.

Il diritto di ricevere il Vangelo

Il Papa mette inoltre l’accento sull’importanza dell’educazione per far nascere e crescere una cultura della misericordia di cui il mondo attuale ha estremo bisogno. “Auspico - prosegue il Papa - che il popolo santo di Dio eserciti il servizio materno della misericordia, che tanto aiuta i popoli che ancora non lo conoscono a incontrare e amare il Signore”.

Ricorda che la fede è dono di Dio, non frutto di proselitismo, e cresce grazie alla fede e alla carità degli evangelizzatori che sono testimoni di Cristo.

“Ogni popolo e cultura ha il diritto di ricevere il messaggio di salvezza che è dono di Dio per tutti”. Ciò è tanto più necessario, dice papa Francesco, “se consideriamo quante ingiustizie, guerre, crisi umanitarie oggi attendono una soluzione Il vangelo del perdono e della misericordia può portare gioia e riconciliazione, giustizia e pace”.

Una Parola sempre attuale

La parola di Gesù Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli (Mt 28,19-20) non ha perduto nulla della sua attualità, anzi! Essa ci impegna tutti a una rinnovata uscita missionaria,

per offrire al mondo la misericordia che Dio ha donato a tutti noi perché la offriamo a nostra volta a chi incontriamo.



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