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LA BENEDIZIONE PERDUTA AL CONFINE TRA DUE FIUMI

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Benedizione è annegata attraversando il confine tra l’Italia e la Francia. Il suo corpo era senza abiti, senza volto e senza nome. Solo le trecce, l’anello e una collana. Blessing è affogata dal confine tra due Stati sovrani con la complicità di un fiume in piena per lo scioglimento delle nevi. Un corpo nero, battezzato dalle acque gelide di stagione dopo tre giorni, risorto altrove senza testimoni di lusso. La sorella ne ha confermato l’identità, grazie al prelievo del DNA che, solo, ha potuto passare la frontiera. Blessing di confini ne aveva passati tanti prima di raggiungere il grembo del fiume la Durance trasformato in tomba. Un fiume definito “capriccioso” e in altri tempi temuto, la Durance, lungo 323 kilometri, è stato addomesticato per usi agricoli e idroelettrici. Non avrebbe mai pensato di diventare complice delle politiche antimigratorie di confine di Stato.

Blessing aveva passato prima un altro fiume, il Niger. Oggi non avrebbe avuto nessun problema ad attraversarlo anche a piedi nudi. Il Niger, proprio in questi giorni nei quali si festeggia la giornata mondiale dell’acqua, è in secca. Il fiume, lungo circa 4.100 kilometri, è la principale fonte di approvvigionamento idrico della capitale Niamey. Blessing sarebbe passata a piedi nudi, come era partita un giorno dalla vicina Nigeria che esporta ragazze in cambio di euro. La sua vita sta tutta tra due fiumi, l’ultimo dei quali ha rapito per sempre la Benedizione che si era prefissa di portare nel paese transalpino. Il livello attuale del fiume Niger è al minimo e non lontano dalla soglia critica del 1985 e potrebbe essere superata se la carenza di pioggia si conferma. Il Niger attraversa parecchie frontiere ed è il terzo per lunghezza in Africa. È una benedizione per milioni di persone.

Blessing era inseguita dai gendarmi che pattugliano i confini come durante la guerra. Senza saperlo e senza averlo scelto si è trasformata in nemico: la Benedizione è da tempo una Maledizione. Un corpo che la primavera delle Alpi ha fatto suo, carpendo la benedizione tra le sue braccia fredde. Non ha più un volto perché il suo è quello di tutte coloro che, come lei, attraversano i confini solo per portare una benedizione al sapore di eternità. Il venerdì 18 maggio il procuratore ha messo il sigillo del nome sul corpo trovato nella Durance. Blessing, 20 anni, senza alcun contatto dalla partenza, il 7 maggio. Giorno nel quale aveva lasciato “ Chez Jesus”, rifugio autogestito sulla sponda italiana a 1800 metri di altitudine in Alta Val di Susa. Blessing aveva forse consumato coi volontari l’ultimo pranzo, la domenica 6, offerto ai migranti e alla gente di passaggio. Da lì fanno 17 kilometri per evitare i gendarmi e raggiungere il suolo timbrato in francese.

Erano 8 ad aver lasciato il rifugio “Chez Jesus” e, giunti in un villaggio verso le 5, erano rimasti in due ad attendere Blessing, stanca e preda di crampi. L’arrivo dei gendarmi con le torce ha creato panico e ognuno è scappato in posti differenti, separandosi per sempre, così racconta Rolland, uno dei superstiti. La sorella di Blessing, Christina, originaria del delta del Niger, arriva dal sud dell’Italia per confermare l’identità della sorella minore. I gendarmi rifiutano di farla passare e in cambio passa il prelievo del suo DNA che conferma l’identità della sorella. La madre, per adesso, non sa nulla della Benedizione perduta tra i due fiumi del Paradiso.



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