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Sabato 25 settembre alle 10.30, nella piazza della chiesa greco-ortodossa San Paolo dei Greci a Reggio Calabria, si è svolto l’annuale incontro di preghiera per la salvaguardia del creato promosso dal SAE (Servizio attività ecumeniche), che ha visto l’ampia partecipazione di rappresentanti di diverse chiese e gruppi interreligiosi presenti nel territorio reggino.

All’ombra di un ulivo verdeggiante e grazie alla cordiale ospitalità di papàs Daniele Castrizio e dei suoi confratelli della chiesa ortodossa, ci siamo ritrovati insieme cattolici, valdesi, battisti, esponenti della Comunità Bizantino-Cattolica “San Cipriano di Reggio Calabria”, credenti della Comunità Bahai e persone appartenenti a diverse associazioni sensibili alle problematiche ambientali: SAE, MEIC, Associazione interreligiosa “God is one”, gruppo “Laudato si’.

L’incontro è stato caratterizzato da due intensi e suggestivi momenti. Durante la prima parte i diversi rappresentanti di Chiese, comunità o gruppi di appartenenza hanno proposto interessanti spunti di riflessione e sono stati citati alcuni brani tratti dalle rispettive tradizioni religiose. Dai testi biblici agli insegnamenti di Bahá’u’lláh, da un messaggio del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo sulla cura del Creato, al Cantico di Frate Sole di san Francesco d’Assisi…

Tutti ci siamo sentiti chiamati ad assumere le nostre responsabilità verso questa porzione della Casa comune che Dio ci ha donato. Una terra meravigliosa, misticamente contemplata e sapientemente vissuta dai santi padri italo-greci che l’avevano scelta come loro dimora, eppure oggi così terribilmente devastata dagli incendi, dall’inquinamento ambientale e dal dissesto idrogeologico. Rispondere alla chiamata primordiale che Dio ha dato all’umanità di custodirla e coltivarla è un autentico atto di culto al Creatore, che oggi dobbiamo compiere in piena collaborazione non solo tra noi credenti, ma anche con tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Casa comune. Per la nostra terra, che è sul crinale tra il diventare un deserto o un giardino, c’è bisogno di una vera e propria conversione ecologica: bisogna cioè passare dall’ecocidio (Paolo Ricca) all’ecosofia (Raimon Panikkar).

La seconda parte dell’incontro è stata costituita dalla piantumazione di un giovane albero di ulivo nel giardinetto laterale alla chiesa. Un curioso e sorprendente particolare ha colorito di letizia francescana il momento che stavamo vivendo. Mentre il diacono cattolico Mario Casile e il prete ortodosso Daniele Castrizio si accingevano a piantare l’alberello di ulivo e noi tutti cantavamo il cantico “Laudato si’, ecco che un numeroso stormo di colombe, come rispondendo a un arcano richiamo, si è raccolto improvvisamente sulla grondaia della chiesa, assistendo sino alla fine in devoto silenzio al gesto che stavamo compiendo. Un segno di partecipazione della nostra “sorella, madre terra” e delle sue creature alle lodi di Dio Altissimo? Un segno di incoraggiamento dello Spirito Santo al nostro impegno ecumenico ed interreligioso per la custodia del Creato?

Di questa bella giornata di preghiera rimane solo un piccolo alberello, che però crescerà e di cui “i figli e i figli dei nostri figli” potranno godere i frutti. Come è stato ricordato da qualcuno dei partecipanti, sia questo il segno del nostro autentico impegno di oggi, affinché domani le generazioni che verranno potranno godere di una terra di Calabria ritornata quel giardino delle meraviglie che il buon Dio ci aveva donato.



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