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Giovedì 3 agosto, sono proseguite le relazioni dalle circoscrizioni saveriane delle Americhe, che a cinque questioni principali: priorità di ciascuna circoscrizione, attività necessarie, nuovi cammini, punti di riferimento e progetto possibile per la congregazione. Moderatore della giornata è p. Carlos Collantes.
 
Brasile Nord
Ancora una volta, ci si interroga sulla possibilità di fare una sola regione con il Brasile Sud. Per p. Saul è ancora presto pensare a una fusione per la diversità tra le due realtà, tanto socio-culturale come saveriana. Ma è possibile iniziare un cammino insieme in alcuni settori, come la formazione e l’animazione missionaria. Ed è quello che, di fatto, già si sta facendo.
A riguardo della situazione ecclesiale, si sta vivendo un fenomeno di conservatorismo. Le CEBs sono ancora numerose, ma mancando della cura e dell’accompagnamento che c’era in passato, la loro situazione è critica. Tuttavia, in risposta alla situazione di distruzione e sfruttamento delle risorse naturali e idriche della regione, la chiesa in Amazzonia si è mossa e ha costituito una Rete Ecclesiale Pan-amazzonica (REPAM), insieme a chiese di altri paesi latino-americani che vivono in questa regione.
 
Brasile sud
Leggono la relazione p. Rafael López Villaseñor e p. Stefano Raschietti. Negli stati del Paraná, São Paulo e Minas Gerais lavorano 36 saveriani che hanno come priorità l’animazione missionaria vocazionale e la formazione, inseriti, però, nel contesto parrocchiale. Inoltre, si continuano a promuovere delle presenze missionarie nella periferia de São Paulo, nella pastorale indigenista e nelle pastorali sociali.
“Abbiamo bisogno di creare una cultura vocazionale nelle nostre comunità, far diventare le nostre case luoghi di riflessione e condivisione vocazionale”. La gioventù è una sfida non sempre abbracciata con coraggio ed entusiasmo dai confratelli, come pure la partecipazione dei laici al nostro carisma: si può fare di più.
Quanto all’animazione missionaria, il lavoro è abbastanza intenso con gli organismi ecclesiali diocesani, regionali e nazionali, con la Conferenza dei Religiosi, le Pontificie Opere Missionarie, la riflessione missiologica a livello accademico, che ci aiuta a elaborare una nuova ermeneutica della missione di fronte alle sfide globali del mondo di oggi.
 
Colombia
Presentano la relazione p. Eduardo Garcia Mandillo e p. Emilio Baldin. L’impegno principale è “l’animazione missionaria vocazionale in vista della missione”. A questo scopo la regione ha dovuto ristrutturare le sue comunità, ripensando a metodi alternativi di lavoro ed entrando nella dinamica dell’animazione. “Siamo coscienti, che in questi ultimi anni sono aumentate le difficoltà al momento di proporre la vocazione della missione. Il nostro capitolo regionale ci ha invitati a passare dal presentarci come semplici animatori missionari ad essere animatori di vocazioni missionarie”.
Per questo motivo si cerca di coltivare forti convinzioni, un metodo comune e un coordinamento. “La vita comunitaria e il lavoro apostolico sono luogo privilegiato, fonte e stimolo per la nostra conversione”.
Si sente anche il profondo bisogno di recuperare la priorità del carisma missionario sul ministero presbiterale e il discepolato come stile di vita. A livello chiesa è necessario che si collabori di più con lo sviluppo della coscienza missionaria. A livello di società, la nostra formazione permanente deve essere presa sul serio come forma di dialogo con il mondo di oggi che ci sfida.
Nella discussione è emersa l’esigenza di non staccare il servizio alla congregazione nell’animazione missionaria vocazionale dal servizio missionario al regno di Dio: siamo pienamente missionari in modalità diverse, secondo il contesto socio-ecclesiale nel quale ci incontriamo.
 
Messico
Nel pomeriggio, abbiamo continuato con la relazione del Messico, letta dal regionale p. Antonio Flores, con l’aiuto di p. Salvador Perusquía Feregrino e p. Juan Jorge Rosales Rodríguez. Presenti da 66 anni, attualmente vivono 55 professi perpetui, 24 temporanei, 4 novizi, in 11 comunità, impegnate soprattutto nella formazione a vari livelli e nell’AMeV.
Il Messico attraversa oggi diversi processi di cambiamento a livello sociale, culturale e politico. Il documento di Aparecida descrive la situazione dei nostri paesi come “società agitate, ingiuste, disuguali, corrotte”, in cui la chiesa deve ammettere il proprio discredito a causa degli scandali, del clericalismo, della poca partecipazione dei laici.
I saveriani incidono poco sui vasti problemi del paese. Tuttavia si cerca di stare al passo di questi processi come presenza di speranza e di un’opzione appassionata per il vangelo. Si cerca di offrire un servizio di AMV in ogni spazio che ci è permesso, creando nuove strategie.
Una grave crisi morale e di fede, soprattutto nei giovani, un’urbanizzazione selvaggia, un fiume di migranti che attraversa il paese, dovrebbero animare la ripresa dell’audace progetto ad gentes e a rafforzare in maniera organizzata, dinamica e fiduciosa la partecipazione dei laici al carisma saveriano, evitando di chiuderci in noi stessi.
 
Stati Uniti
La relazione USA è stato presentata da p. Marco Marangone e p. Rocco Puopolo. Una serie introduttiva di diapositive ha offerto all'assemblea un quadro rapido delle comunità e del loro lavoro. La relazione ha condiviso i recenti sforzi di ristrutturazione iniziati nel 2008 verso la gioventù e la missione educativa con meno confratelli e risorse, guardando anche ai modi creativi finanziariamente sostenibili.
Un forte sviluppo negli ultimi anni ha avuto il lavoro del dialogo interreligioso e il dialogo con gli “umanisti”. A livello regionale, in collaborazione con la regione del Regno Unito, si è svolta una conferenza che ha avviato il progetto Common Ground. Una seconda conferenza si è svolta a New Jersey presso la Rutgers University due anni dopo. La regione ha ospitato anche una conferenza dei social media insieme ad alcune chiese protestanti. A livello locale si offrono occasioni regolari per gli eventi di dialogo interreligioso, specialmente in Holliston, MA, e Wayne, NJ. L'ex-regionale p. Carl Chudy sta facendo un anno sabbatico, perfezionando i suoi studi in questo campo.
La relazione offre suggerimenti creativi sulla condivisione di personale a livello generale, la formazione per i nostri studenti e la formazione di un “think-tank” teologico – missiologico internazionale.
 
Bangladesh
Concludiamo la giornata con la relazione del Bangladesh, aprendo così la condivisione della missione nel continente asiatico, presentata dal p. Giacomo Gobbi e p. John Fagan. Il Bangladesh conta su circa 20 confratelli. La scelta di lavorare in questa periferia è stata motivo di ispirazione per tutti i missionari che si spinsero a lavorare non solo nel campo pastorale ma anche in quello educativo, socio-economico e sanitario.
Alla fine degli anni settanta, i saveriani hanno dato vita a “vie nuove” per uscire dal recinto clericale e andare tra i non cristiani: un annuncio in mezzo agli ultimi, molto spesso vissuto in una presenza silenziosa.
Le attività che attualmente si portano avanti sono la presenza-testimonianza-servizio tra i non cristiani (fuori casta, tribali, ultimi), il dialogo inter-religioso tra gli studenti e lavoratori della città e della grande periferia. Poi c’è anche il lavoro pastorale a servizio dei cristiani, in cui si promuove un servizio umano integrale nel campo dell’educazione, della sanità e della formazione dei leader.
“Per poter dare una risposta adeguata alla situazione di oggi riteniamo che i punti di riferimento da tener presenti sono: il Vangelo (più che i nostri documenti); l‘ascolto della gente; la testimonianza di papa Francesco; il carisma saveriano; il buon uso dei social media per allargare gli orizzonti”.



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