Creditori e debitori: più o meno
A proposito dei recenti comportamenti dei governi - e più ancora dei finanzieri - dell’Unione europea, di cui tutti sanno perché ce ne hanno riempiti occhi e orecchi per settimane intere, mi è venuta in mente una… storiella evangelica.
C’era una volta un Tizio - uomo o donna, non si sa - che aveva un grosso credito di lunga data con un Caio, indebitatosi per coprire spese e capricci insostenibili al suo tenore di vita. Chiamato il debitore, rivendicò i suoi soldi, ma essendo inesigibili, comandò di mettere in galera Caio e la famiglia, finché non avesse ripagato tutto. Caio si gettò ai piedi di Tizio - uomo o donna, non si sa - e implorò tanto per la moglie e i poveri bambini, che Tizio s’impietosì e lasciò andare Caio a casa, condonandogli tutto il debito. Bravo Tizio!
Anche Caio aveva un piccolo credito con Sempronio: l’aveva richiesto per pagare le cure mediche dei figli e per mandarli a scuola. Andato da Sempronio, Caio rivendicò quei pochi soldi e non s’impietosì neppure alle suppliche e ai pianti dei poveri bambini e della moglie. Fece sbattere in galera Sempronio e tutta la famiglia, finché non restituisse fino all’ultimo centesimo.
Quando Tizio venne a sapere il comportamento di Caio, lo fece chiamare e gli diede dell’avaro spilorcio aguzzino senza cuore: “Ti ho condonato tutto (ed era tanto!) e tu non hai voluto condonare niente (ed era poco!)”. E lo fece sbattere in prigione finché non ripagasse tutto il dovuto, senza pietà.
Infatti, il Signore ci ha insegnato a pregare: “…Rimetti i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori…”, e ci prende sul serio, tanto che se noi non condoniamo, non saremo condonati (cf. Mt 6,12-15).
Nell’anno giubilare del 2000 noi missionari e tanti organismi internazionali, inclusa la chiesa, avevamo battagliato perché fosse condonato il debito estero dei paesi impoveriti da crediti non più esigibili, che avevano fomentato la corruzione e il neo colonialismo, costringendo le povere popolazioni alla schiavitù e alla miseria. I risultati avrebbero potuto essere stati molto maggiori, se finanzieri e governi fossero stati meno egoistici e più lungimiranti.
Oggi non se ne parla quasi più. Ma quello che è successo alla Grecia dentro la roccaforte Europea, capitanata dal neo nazionalismo del superministro delle finanze e dalla cancelliera tedesca, con l’inchino insincero di quasi tutti i governi conniventi, segue la stessa matrice di sempre: ingenti crediti che vanno a ripagare i debiti precedentemente contratti da madornali funesti errori, consentiti dagli stessi poteri finanziari. E i poveri greci pagano con la prigione a cielo aperto.
In nome dell’austerità! Ma se volessimo andare un po’ indietro negli anni, ispezionando con quali astronomiche cifre, interamente condonate, è stato permesso alla Germania di rimettersi in piedi dopo la devastante guerra; o se si fosse preteso il risarcimento totale dei danni provocati dall’ideologia nazista con le esecuzioni e le distruzioni…, anche quelle perpetrate in nome dell’austerità del pensiero unico di un “pazzo” e del suo connivente entourage?
Davvero, allora, il costo effettivo ed efficace del risanamento di una piccola nazione, e anche di tutte le nazioni povere del mondo, sarebbe una “questione da poco”, rispetto al molto condonato e dimenticato. La storiella di Tizio, Caio e Sempronio è una parabola ancora attuale!