PEDALA, PEDALA, PEDALA: DIO E' IL TUO AUTISTA
Dal 29 settembre al 01 ottobre alcuni giovani, legati alle comunità di Ancona e Desio, hanno vissuto tre giorni di convivenza nella casa dei missionari saveriani in Ancona. Durante questi pochi giorni di amicizia, abbiamo avuto modo di ascoltarci a vicenda, di cercare a scrutare la voce di Dio nella nostra vita quotidiana.
Tre momenti maggiori hanno caratterizzato questi giorni.
Il primo è la preghiera di sabato mattina sostenuta da tre brani: dal vangelo di Giovanni 1, 35-22, dal Corano e dalla storia “La bicicletta di Dio… Storielle per riflettere.” Nel vangelo, sorprende l’atteggiamento di Gesù nei confronti di Pietro: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)». "Simone" rimanda all’uomo pescatore, peccatore, uomo vecchio, l’uomo apparente che tutti vedono, i giudizi degli altri su di lui. Invece Gesù fissando lo sguardo su Simone riesce a vedere la vocazione più profonda, la perla preziosa nascosta in quest’uomo peccatore-pescatore. Dio vede oltre le apparenze.
Così Dio guarda ognuno di noi. Non giudica.
Non si ferma alle apparenze, ai giudizi del mondo. Egli scruta e vede quella perla nascosta in ciascuno di noi, quella Bellezza-Bontà che fa parte del nostro Dna.
In questo momento di preghiera abbiamo acceso la candela per manifestare quella luce che brilla in ognuno di noi e talvolta non ne siamo consapevoli. Poi abbiamo condiviso le nostre fragilità, i dubbi, le paure, le perplessità, le incertezze della nostra vita. Però bisogna “affidarsi” a Dio, dare il comando della nostra vita a Lui. La storiella della bicicletta ci ha fatto riflettere e abbiamo cercato di rispondere alla domanda: “quale è il mio posto sulla bici? Cerco di guidare io la bici (la mia vita) oppure mi affido all'’Autista che mi chiede solo di pedalare?
Nel pomeriggio del sabato abbiamo vissuto un altro momento forte e importante. Visisatando la comunità che accoglie persone affette da Aids e/o tossicodipendenza, abbiamo ascoltato due testimonianze che ci hanno fatto riflettere molto sulla bellezza della vita, la sua importanza, la sua fragilità e quindi viverla bene in ogni tappa della vita.
La conclusione
l'esperienza si conclude conla celebrazione dell'Eucaristia durante la quale abbiamo pregato, preso degli impegni per mantenere accesa la luce che ci inabita. Il segno scelto è stato l’annello nero (brasiliano), che rimanda all’alleanza con i poveri, gli ultimi, gli emarginati che costituiscono il corpo di Cristo.