Il dialogo tra culture e fedi diverse si costruisce nei momenti formali ma soprattutto nei momenti informali dove l’unica regola è la stima reciproca, il volersi bene che nasce dalla condivisione della vita.
Il dialogo della vita nasce da quel “ciao come stai? Come va la mamma? Il lavoro?”
Da qui si instaura un dialogo della vita che accoglie l’altro non come un estraneo, un musulmano o Cristiano, buddhista bensì come Una persona con cui condividiamo l’essere qui sulla terra come esseri finiti credenti. Infatti è bello ricordare che qualunque sia l’appartenenza religiosa: nasciamo, cresciamo, proviamo la fame, la sete, ci ammaliamo, frequentiamo gli stessi ospedali, le stesse strade... L’appartenenza ad una fede non dovrebbe essere motivo di divisione. La fede accende un fuoco d’amore nel cuore che spinge ad amare come dice San Paolo “L’Amore di Cristo ci spinge” ad amare. Mai a odiare qualche fratello.
Questa domenica 01 dicembre, nella casa dei missionari saveriani di Desio mussulmani, cristiani intorno ad una tavola abbiamo condiviso la cena offerta dalla comunità musulmana pakistana alla comunità cattolica. La mensa è stata benedetta da un fratello musulmano. L’assemblea si sciolta con la preghiera cristiana fatta dal nostro prevosto don Gianni.
Sono piccoli, semplici gesti che rimangono incisi sulla Pietra d’amore.
La prossima cena con le famiglie cristiane, musulmane e persone di buona volontà è prevista il 25 gennaio 2020.
La strada è quella del dialogo tra popoli, culture e fedi.