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Alberto Pierobon

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Alberto Pierobon (14 dicembre 1927 - 31 luglio 1976) nasce a Cittadella, provincia di Padova. Dopo la quinta elementare vorrebbe andare dai Francescani di Lonigo, ma i genitori gli dicono di aspettare. 

Bel carattere, tanti amici, generosità concreta, fa l'animatore dei ragazzi all'oratorio e si iscrive ad un Istituto tecnico, per diventare perito meccanico. Ma accade un fatto che gli cambierà la vita.

Il 17 agosto 1944 i nazisti fucilano a Padova uno dei suoi fratelli, Luigi, ventiduenne, dirigente d'Azione Cattolica, comandante partigiano. Gli daranno la medaglia d'oro alla memoria. Il sacrificio del fratello è all'origine della sua vocazione missionaria. Infatti il 18 agosto 1946, a diciott'anni, chiede di diventare saveriano.

Alberto entra dunque in noviziato a San Pietro in Vincoli (Ravenna) il 1° settembre 1946 e pronuncia la Professione Religiosa un anno dopo, il 12 settembre 1947, prendendo anche il nome di Luigi.

I suoi studi sono assai irregolari a causa della salute. Il primo anno lo perde a causa di un'operazione di appendicite con seguito di grave esaurimento. Il secondo anno frequentail primo corso liceale trascinandosi. E' ammesso un mese prima agli esami e promosso anche in vista delle sue ottime qualità in ogni campo. A Natale dell'anno scolastico successivo ha dovuto subire l'operazione di ulcera allo stomaco facendogli perdere prezioso tempo di scuola.

Studia a Vicenza, emette la professione perpetua a Piacenza ed, infine, è ordinato sacerdote il 4 giugno 1955.

E' destinato a diverse case dell'Istituto Saveriano, ma sempre in Italia, occupandosi per lo più di questioni economiche e amministrative. Finché arriva il giorno della partenza: 29 maggio 1961. Destinazione Brasile.

La sua sede è nello stato del Paraná (Brasile del sud), diocesi di Londrina. Nel 1962 è nominato economo del nuovo seminario.

Nell'agosto del 1964 p. Alberto va in prima linea. Il vescovo saveriano mons. Giovanni Gazza, prelato di Abaeté (Pará, Amazzonia), lo chiama con sé e gli affida la vasta parrocchia di Acará. I poveri diventano la sua famiglia.

Nel 1968, per motivi di salute, p, Alberto deve tornare a casa, in Italia. Più tardi, nel 1973, altro ritorno forzato in Italia. Ma torna presto in Brasile. E in quell'estate, fisicamente, p. Alberto non sta bene e i superiori lo rimandano nel sud del Brasile dove il clima è migliore. Il 15 gennaio 1974,  P. Alberto Pierobon risulta clinicamente guarito. Il medico esclude però la possibilità di un ritorno in Pará.

Ill 26 maggio 1974, P. Alberto diventa parroco di Moreira Salles. Scrivendo alla famiglia, afferma: "non c'è uomo più felice di me, quando mi metto per quelle strade tutte buche e polvere; ma si va e la felicità che porta il mio arrivo mi paga bene delle difficoltà superate".

Deve, però, tornare di nuovo in Italia per un po' di riposo, dall'ottobre del 1975 al febbraio 1976. Si riprende un poco e riparte per Moreira Salles al suo posto: tra i poveri. P. Alberto è però sempre più stanco, sempre più malandato nel fisico. Forse non è del tutto guarito.

Il 27 luglio 1976 è colto da una grave crisi, con tensione, febbre e tremore. Passa del tempo di riposo nelle case saveriane di Vista Alegre e Curitiba. Ritornato a Moreira Salles,  la notte del 30 luglio ha nuovamente gli incubi.

Verso le 14 del 31 luglio esce dalla sua camera, lo vedono passeggiare tranquillo su una strada di campagna, in maniche di camicia e senza i suoi occhiali, come se fosse uscito a prendere un po' d'aria. Ma... da quel momento scompare. I confratelli lo cercano, avvisano la polizia, interrogano il medico che lo ha curato, avvertono i superiori e i familiari, chiedono aiuto ma senza alcun esito.

Il 9 settembre 1976 la polizia di Almirante Tamandarè, a 15 chilometri da Curitiba, viene informata da un cacciatore che sul colle conosciuto come Morro dos Maristas c'è il corpo di una persona, in avanzato stato di decomposizione. Il giorno dopo verso le 7:30 un parrocchiano di Vista Alegre avvisa i Saveriani che P. Alberto è stato ritrovato. Il corpo è irriconoscibile. Ma i confratelli non hanno più alcun dubbio: sì, è P. Alberto.

Il funerale fu celebrato il 12 settembre 1976.

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