Su e giù per incontrare testimoni della missione
Voglio cominciare con il su e giù per far capire che bisogna mettersi in cammino per incontrare tante persone buone che da anni in Sardegna si sono messe al servizio della missione. Sono quelle che noi chiamiamo Delegate Missionarie.
Fin dall’inizio della presenza saveriana in Sardegna si è cercato di avere qualcuno che nel proprio paese potesse essere un segno, un legame con i missionari: prima a Tortolì e poi a Macomer e Cagliari. Quante persone buone: alcune sono già andate a riposarsi in paradiso, altre continuano ancora con entusiasmo, nonostante la loro non più giovane età. Ogni volta che bussiamo alla loro porta, dopo aver fatto chilometri su e giù per le montagne, una curva dopo l’altra, ci accolgono con un sorriso.
Ci invitano ad entrare, ci chiedono come stiamo e subito scatta la prima domanda ”Vi preparo il caffè?”. Noi, ormai abituati a girare dappertutto, spesso ci limitiamo a chiedere un bicchier d’acqua. A malincuore ce lo danno. Ma non finisce lì. Si comincia a parlare della vita, del tempo, dei problemi, della salute, dei figli e nipoti, del paese, della parrocchia e delle difficoltà di continuare a parlare della missione. Certo, anche loro si accorgono che ci vorrebbe qualcuno più giovane che dovrebbe dare loro una mano (guardate le fotografie e vedrete le varie età): ma non mollano. Sono sempre pronte a parlare e a dire a tutti che bisogna volere bene ai missionari. C’è stato tra noi e loro uno scambio profondo, in amicizia e in affetto. Aggiungo anche di riconoscenza. Ed è merito loro se la presenza saveriana c’è ancora in questa meravigliosa isola, nonostante tutto. Rivedendo le foto dei primi ragazzi di Tortolì con padre Mirto, e poi quelle di Macomer e Cagliari, ci rendiamo conto di quanto è stato fatto, e sarebbe un peccato non riconoscerlo e renderlo nuovo.
Ma il Signore lavora sempre e si serve di mezzi semplici, ma profondi. Forti come le montagne della Sardegna e meravigliosi come i paesaggi che ogni mese attraversiamo per andare e trovarle e per tornare a casa, carichi come i re Magi.
Quei piccoli, grandi doni, segni del loro amore per le missioni e i missionari ci riempiono di gioia e ci fanno dire, finché Dio ci darà la forza, continueremo a lavorare insieme.
FORTZA PARIS.
In foto: La tovaglia per l'altare donataci dal Gruppo Francescano di Macomer, la delegata di Busachi (in abito tradizionale) e la delegata di Benetutti insieme a padre Tonino Senno.