E’ una delle figure più interessanti e importanti nella vita della parrocchia. Tanti anni fa, oltre a fare il catechista, faceva anche scuola di alfabetizzazione e riceva un contributo per le sue spese. Dagli anni 80 in poi, è stato chiesto, non solo a lui, ma a tutti quelli che hanno una responsabilità in parrocchia, di fare volontariato (cioè di farlo gratuitamente), come dovrebbe farlo ogni cristiano. E’ importante, perché lui è il primo che entra in contatto con coloro che chiedono di diventare cristiani. Conosce la situazione di ogni persona (desideri, motivazioni, difficoltà) e lo aiuta a camminare nei 4 anni di formazione. Spesso, oltre a fare il catechista, ha un suo lavoro per portare avanti la famiglia. Mi ha sempre colpito, ad esempio, vedere gli insegnanti, che dopo aver terminato la scuola, al pomeriggio (senza aver mangiato), vengono in parrocchia per fare il loro servizio di annunciare il vangelo ai catecumeni. Veramente c’è da rimanere meravigliati, perché ci danno una lezione di dedizione e di testimonianza vera. Mettono i loro problemi, le loro difficoltà da parte, per fare questo servizio. Naturalmente lo fanno per 4 anni di seguito, fino ad accompagnare il catecumeno al battesimo nella notte di Pasqua. Allora per tutti è un momento di gioia e di ricompensa per il lavoro fatto. Andranno poi a festeggiare nelle case dei nuovi battezzati. Poi li continueranno a seguire, dove è possibile, invitandoli a partecipare alla vita della comunità parrocchiale, a quella della comunità di base, cominciando a prendersi degli impegni concreti. Nel frattempo, ricominceranno con un altro gruppo il cammino dei 4 anni con dei nuovi catecumeni. Dove è possibile, cercheranno di avere un dialogo con le famiglie (non tutte sono cristiane). Ma il fatto di conoscere l’ambiente, la lingua, li aiuterà a farsi capire e a far capire la bellezza dell’incontro con Gesù e del vivere in una comunità che vuole trasmettere il Suo amore a tutto il mondo.
