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Casa Saveriana

Ancona



Presentazione

I missionari saveriani sono presenti ad Ancona da molti anni… La casa di Ancona è presente nell’archidiocesi di Ancona-Osimo per mantenere vivo l’ideale missionario nelle varie dimensioni della pastorale diocesana.

Fino a qualche anno fa la casa era adibita a noviziato e postulantato, era cioè la porta di entrata nella Congregazione Saveriana per i giovani che volevano dedicare tutta la loro vita per l’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra. Attualmente la casa non è più casa del noviziato, ma ospita una comunità saveriana di reduci dalle missioni. Il noviziato si terrà in altro luogo della regione saveriani in Italia.

E’ per fedeltà al nostro carisma, che ci invita ad andare ad annunciare il Vangelo ai non cristiani nel mondo intero, che non assumiamo la gestione di una parrocchia, ma rimaniamo disponibili per gli appelli dei parroci delle Marche sia per aiutarli nel ministero ordinario sia per realizzare le giornate missionarie per animare il popolo credente alla missionarietà e all’apertura verso i fratelli e sorelle del mondo intero al di là della razza, della religione, della lingua e della cultura.

La nostra casa è anche disponibile sia per dare ospitalità ai membri assistiti dalla onlus Piccolo Principe, sia per incontri delle parrocchie per i ragazzi della cresima o in preparazione alla prima comunione e ritiri degli adulti.

L'animazione vocazionale - missionaria

I missionari saveriani sono presenti ad Ancona da molti anni… La casa di Ancona è presente nell’archidiocesi di Ancona-Osimo per mantenere vivo l’ideale missionario nelle varie dimensioni della pastorale diocesana.

Fino a qualche anno fa la casa era adibita a noviziato e postulantato, era cioè la porta di entrata nella Congregazione Saveriana per i giovani che volevano dedicare tutta la loro vita per l’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra. Attualmente la casa non è più casa del noviziato, ma ospita una comunità saveriana di reduci dalle missioni. Il noviziato si terrà in altro luogo della regione saveriani in Italia.

E’ per fedeltà al nostro carisma, che ci invita ad andare ad annunciare il Vangelo ai non cristiani nel mondo intero, che non assumiamo la gestione di una parrocchia, ma rimaniamo disponibili per gli appelli dei parroci delle Marche sia per aiutarli nel ministero ordinario sia per realizzare le giornate missionarie per animare il popolo credente alla missionarietà e all’apertura verso i fratelli e sorelle del mondo intero al di là della razza, della religione, della lingua e della cultura.

La nostra casa è anche disponibile per dare ospitalità e per incontri nelle parrocchie per giovani, ragazzi della cresima o in preparazione alla prima comunione e ritiri degli adulti.

L'ANIMAZIONE VOCAZIONALE - MISSIONARIA

Noi, saveriani ad Ancona, ci impegniamo anche nell'animazione missionaria e vocazionale, curata dai padri che ritornano dalle nostre missioni.

L'animazione missionaria si esprime in modi diversi: dagli incontri formativi alle veglie di preghiera; dalle attività con giovani alle conferenze con gli adulti su temi di attualità, che ci coinvolgono come cristiani. Ma la diversità deriva e dipende anche dal carattere, dagli interessi e dalla sensibilità dei missionari stessi.

Il Signore ha dato a ciascuno capacità diverse, come dice Gesù nella parabola: "a uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno" (Mt 25,14-15). L'importante è fare buon uso dei suoi doni, per il bene di tutti.

“Quel tuo silenzio che mi diceva tante cose”

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Fonte: "Voce della Vallesina" Settimanale di informazione della Diocesi di Jesi, 17.03.2024,

Padre Savio Corinaldesi è tornato alla Casa del Padre, nella notte tra il 5 e il 6 marzo 2024. Nato il 9 dicembre 1936 alla Coppetella di Jesi, era missionario saveriano ed ha vissuto gli ultimi anni nella casa religiosa di Parma. Ha dedicato la sua vita alle persone più fragili e povere, padre Savio ha lavorato per 46 anni in Brasile, tra i quali 13 anni dedicati al team delle Pontificie Opere Missionarie (POM) di Brasilia.

A Padre Savio, “silenzioso ricercatore”

Savio, silenzioso ricercatore e pacatamente grande fino alla fine da lasciarci frastornati e a bocca aperta nel silenzio della notte.

Ho apprezzato la tua grande voglia e sete di sapere proprio come quella di un vero contadino capace di ben scoprire ed eliminare le cattive erbe del suo campo.

Ho apprezzato la tua grande maestria nel saper creare con un contatto personale e confrontarti con le tante e diverse problematiche sapendo ben entrare così negli insoliti cunicoli dell’amicizia vera.

Ho apprezzato quel tuo silenzio che mi diceva tante cose, perché tu, non contento della tua prima scoperta, eri sempre pronto ad andare al di là per poter pensare e creare.

Ho apprezzato quella tua grande voglia che lungo la giornata ti teneva inchiodato per ore davanti al tuo personal computer ed interrogarlo con i tuoi tanti interrogativi che ti eri portato dal Brasile.

Ho apprezzato la tua grande voglia di un uomo sempre alla ricerca della verità in quelle riflessioni ben misurate sapevi umilmente condividere nei nostri incontri, Ho apprezzato ed ora ti ringrazio di aver vissuto in questi ultimi tre anni accanto a te e mi sento fiero di averti offerto la mia mano e il mio aiuto.

Ho chiesto quindi ad alcune delle persone che in questi ultimi anni hanno potuto incontrare Padre Savio Corinaldesi qui al quarto piano della nostra Casa Madre dei Missionari Saveriani di Parma. Ecco le loro risposte. Donne del personale sanitario, donne volontarie che settimanalmente passano qualche ora, come volontarie, di passare qualche ora con i nostri pazienti.

Padre Savio, ti volevo dire, come mio piccolo commiato, una sola parola: Grazie. Sì , grazie per la grande pesrona che sei stata, grazie per tuta immensa umiltà che lascia il suo segno ben impresso nella mia mente e nei miei ricordi. Grazie, ci lasci con una grande vuoto. (Michela Mihu) Padre Savio mi faceva soggezione. Aveva occhi verdi vivi e sguardo pieno di forza. Era chiuso nella prigione del suo corpo ma affrontava la vita con tanta dignità. Di tanto in tanto giocava a carte, ma sempre silenziosamente, abbozzando di tanto in tanto qualche semplice sorrisetto. (Cristina Torelli) Carissimo padre Savio grazie di averti conosciuto. La tua morte improvvisa mi spezza il cuore. Io faccio parte del personale sanitario che si occupa di questo quarto piano della Casa Madre dei Missionari Saveriani di Parma Mi ricorderò sempre la tua grande umiltà e gentilezza. Nonostante la tua sofferenza sei stato sempre gentile con tutti. Quanti grazie mi hai detto. Tu mi hai trattato sempre come una tua sorella. Ti voglio tanto bene. Ci lasci un grande vuoto i questo quarto piano. Riposa in pace (Meseret Amanuel)

  • Confratelli e personale della Casa Generalizia

SAVIO: IL BRASILE, JESI E… LA COPPETELLA

“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.

E io, Savio, da chi andrò la mattina a prendere il caffè arrivando da Milano per fare lezione in Università a Parma o a fare quattro chiacchiere in relax da Circolo Parrocchiale terminate le sessioni pomeridiane prima di tornare nella città meneghina?

Mi aspettavi in corridoio facendo della sedia a rotelle il Tuo scoglio esistenziale a cui aggrapparTi e ci mettevamo “a salotto” a parlare, mai di Fede o di Religione, ma di temi titanici: la politica mondiale, le Americhe dagli USA al Brasile, terra quest’ultima tanto cara a entrambi, per poi finire sempre e comunque a dissertare della nostra Jesi, con una puntatina estrema alla Tua tanto amata Coppetella. Eri un “gentleman”. Non mi hai mai chiesto nessuna informazione “sensibile” sulla mia persona: se fossi credente o ateo, di destra o di sinistra etc etc etc. Al centro delle nostre conversazioni vi era sempre l’Uomo, ma analizzato con lucido distacco: dai politici di varia estrazione italiani e stranieri, alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, passando per il modus vivendi attuale dei popoli delle Nazioni sviluppate e industrializzate. In tutto questo, trasversalmente, la nota dolente era l’egoismo individuale, la supponente autosufficienza dell’Uomo moderno e la sua scarsa capacità di guardare all’altro e al prossimo.

Le nostre conversazioni chiudevano immancabilmente commentando “da vecchi compari” anche i fatti della settimana di Jesi e della sua diocesi letti su Voce della Vallesina: quasi parlassimo della Terra Promessa di Abramo!

Avevo proposto due progetti da attuare insieme: una gita di tutti i Saveriani del Tuo “IV piano”, più o meno accidentati, a Jesi e un libro, da scrivere tutti insieme sui temi dell’essere cristiani “nel” mondo e non “del” mondo, avendo come faro guida san Paolo, che era stato imprenditore nella sua precedente vita.

Eri autorevole nel Tuo essere: nelle riunioni del Tuo “IV piano”, splendidamente organizzate da padre Daniele (formidabile regista dei nostri incontri), quando Ti chiedevo la benedizione per me e per tutti i confratelli sembravi vincere il Tuo compagno di viaggio dottor Parkinson e ci benedivi con forza, quasi a sfidare un lottatore di sumo che Ti stesse immobilizzando. L’ironia, anche su Te stesso e la Tua malattia, era il sale del Tuo essere e delle nostre conversazioni. Un giorno mi hai detto: “Non ho mai avuto così tanto tempo a disposizione nella mia vita, così come non riesco a impiegarlo come facevo in passato”.

“E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila, ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il Sole, così nelle sue mani vivrai.”

Grazie, Savio, per i momenti in cui mi hai sollevato in alto fino alle vertigini rispetto al nostro modesto vivere quotidiano, alle miserie terrene da cui ci facciamo avvinghiare ogni ora e alle preoccupazioni che ci sembrano grandi solo perché noi vogliamo essere piccoli.

  • Claudio


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