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PROVERBI AFRICANI.64. L'IDEALE DELLA PACE

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La pace è la condizione sine qua non, per un positivo svolgimento delle attività individuali e comunitarie, la pace del cuore e la pace del proprio ambiente sono beni e valori di essenziale importanza nel contesto tradizionale africano. La pace è una garanzia nel conseguimento dei risultati positivi della propria vita. La relazione vita ben vissuta è la pace. Pace significa salute, tranquillità, assenza di dispute, solidità, prosperità. Spesso le forme di saluto in Africa sono spesso domande e affermazioni di pace. Esempi: “lafi bala” (solamente la pace) ,”ya bugesgo” (è la dolcezza, la calma, l’umiltà), in opposizione a situazioni calde dove ci sono dispute: “kweg ka ye” (non ci sono problemi), “kyééma mé” (ben portante, solido), “bàane” (buona salute). L’ideale della pace è fatta di buona salute fisica e psicologica, individuale e collettiva. E’ molto importante fare la pace, in caso di rottura. Lo si fa spesso con dei riti specifici. Il rituale prevede in linea generale: il rigetto delle cattive intenzioni, delle colpe, delle rotture, d’interdetti (confessione, purificazione). La maledizione proferita contro chiunque violi la pace, dice molte parole di minaccia. Il rituale finisce sempre con gesti di unificazione. Deve essere compiuto con cuore sincero. Se invece è compiuto con sacrilegio, nell’intenzione di ingannare, viene punito dalle malattie misteriose, dalla sterilità, dalla morte. La pace deve essere ristabilita, non solo con tutta la comunità, ma anche con gli Antenati e con Dio il Creatore, Padrone della vita. Per arrivare a tutto ciò, vengono usate delle tecniche di CONCILIAZIONE (dialogo, discussione chiarificatrice e il ruolo dei conciliatori esperti in queste tecniche). Ed ecco qualche proverbio. “Colui che ascolta fugacemente, capisce male” (Hutu, Rwanda) (ci vuole la tranquillità per arrivare alla pace). Il provocatore di discordie è nemico della pace “Il pazzo non ama Dio” (Baoulè, Costa d’Avorio). Molto interessante questo: “La porta di casa si modifica, a più forte ragione la bocca di qualcuno” (Mossi, Burkina Faso) (Quando si discute, non si deve essere rigidi nelle proprie posizioni, ma essere flessibili a modificare se la pace per il bene personale o comunitario lo richiede. Chi è troppo rigido è un presuntuoso ed è rigettato dalla società). Lo dice anche la Bibbia “il sole non tramonti sopra la tua ira” (facile a dirlo, ma a farlo) e l’Africa dice con i Basonge del Congo RDC “Il tramonto del sole non significa la sua ultima fine” (i conflitti sociali gravemente dannosi non devono causare eterne inimicizie: l’odio che si trasmette di generazione in generazione, perché, malgrado l’accaduto, la vita continuerà). Un altro consiglio utile: “Se non vuoi avere rumori alle tue spalle, evita di tirare le corde” (Basonge, Congo RDC) (se vuoi la pace, evita al massimo le occasioni di conflitto) Passiamo a un altro: “Si guarda al cielo soltanto quando si è in possesso di qualcosa che è legato alla pioggia” (Massango, Gabon)(una persona innocente non è turbata dall’emergenza di una causa giudiziaria). Certo, si dice, che avere degli appoggi, può creare della tranquillità. “Colui che ha qualcuno per sostenergli le spalle, lascia cadere il collo” (Bamoun, Cameroun) (chi ha certi appoggi sociali, vive in pace, malgrado la gravità dei problemi). Se c’è un problema, un debito, titta l’attenzione è concentrata su questo. “Colui che consuma ciò che appartiene al fulmine, vive con gli occhi fissi al cielo” (Hutu,Rwanda). Infine: “La più grande felicità del mondo, è la buona intesa” (Tutsi, Rwanda).

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