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PROVERBI AFRICANI. 138. L'IGNORANZA

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L’ignoranza nella cultura africana non è un valore. Per poter raggiungere gli obiettivi che si prefigge, l’uomo ha bisogno di essere informato. Per conoscere il bene da fare ed il male da evitare, l’informazione è la via maestra. L’ignoranza di cui si parla è assenza od insufficienza del sapere nel senso epistemologico, ma anche pratico. Ed ecco i proverbi. “La stupidità è più amara della sciocchezza” (Tutsi, Rwanda) (tra due vizi se ne preferisce uno: la sciocchezza; perché è un fatto passivo e forse involontario, è un male minore della stupidità, cioè ignoranza intellettuale. Proprio perché si pensa che una persona stupida sia un pigrone, oppure un’arrogante che non si dà da fare per imparare ciò che non sa bene o che ignora totalmente). “L’uccello del fanciullo gli perisce tra le mani” (Hutu, Burundi) (l’ignorante non sa gestire i propri beni). “La vecchietta che non conosce la brace, la depone negli stracci” (Mangbetu, Congo RDC) (l’ignorante si espone facilmente ai pericoli). “Il torello ignorante lecca la parte tagliente della scure” (Peul, Niger) (la persona ignorante frequenterebbe anche il nemico. Una persona sapiente e ben informata è più sveglia e più prudente). “L’ignorante non informi il viaggiatore” (Tutsi, Rwanda) (è un imperativo morale che indica quanto l’ignoranza sia una deplorevole situazione. Un ignorante è una persona che perde le più normali responsabilità all’interno della società. Persino la facoltà d’informare lo straniero gli viene negata. Proprio perché in via preventiva, la sapienza non può lasciare che l’informazione, via maestra della vita, sia abbandonata ai pericoli dell’alterazione). “Chi ignora il destino vanta la propria coppia” (Kikuyu, Kenya) (la più ignobile manifestazione dell’ignoranza, intesa come assenza od insufficienza della saggezza, sta nella precipitazione e la superficialità nel giudizio di cose e fatti che richiedono prudenza ed umile riserbo. L’uomo ignorante canta vittoria nel presente, ma non sa ciò che il futuro gli riserverà). “Chi non conosce l’elefante porta i sonagli” (Massai, Kenya) (un uomo poco informato si espone facilmente ai pericoli). “Chi non conosce la stoffa la chiama brutta pelliccia” (Ngambay, Ciad) (l’uomo ignorante è pieno d’illusioni). Andiamo ai proverbi in lingua swahili. “Jambo usilolijua ni kama usiku wa giza” (un affare sconosciuto sembra a una notte nera). “Kuuliza si ujinga” (fare delle domande non è della stupidità). “Maneno yenye hujui mwanzo na mwisho yatakupataje?” (quello di cui tu non conosci l’inizio né la fine (la testa e la coda), come tutto ciò ti potrà colpire? Non preoccuparti in anticipo). “Asiyejua kitu hawezi kujua usamani wake” (chi non conosce un oggetto, un affare, non può conoscerne il valore. Non giudicare prima di conoscere). “Ujinga huo wa kuacha kinywa kutiA puani” (questa stupidità di lasciare la bocca per il naso, mangiando?). “Rudisca tende Manga” (invia dei datteri in Arabia, da dove provengono). “Asiye nadhari siandamani naye” (io non frequento qualcuno che manca di buon senso). I nostri amici Warega del Congo RDC ci aiutano con la loro “corda della saggezza” parlando dell’intelligenza che è il contrario dell’ignoranza. Viene sospesa la conchiglia della lumaca di ruscello (kikoku) e dicono. “Zio lumaca, fammi attraversare la cascata e arrampicarmi sulla roccia” (per progredire, per salire nella scala sociale, assicurati l’appoggio della tua famiglia. Tu, fratello mio, aiutami a salire i gradi dell’iniziazione, a ottenere quel posto, a frequentare quella scuola…). “Io ti ho invitato alla pesca delle lumache e tu hai voltato la schiena al ruscello”.

 



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