Il Festival della Missione 2022- Vivere per Dono!!!
Incontri, sorrisi, emozioni, esperienze di vita sono ste le caratteristiche di queste giornate del Festival della Missione. Quanti ricordi e quante storie si sono intrecciate in questi giorni come i fili del gomitolo, logo del festival. Quattro giornate, dal 29 settembre al 2 ottobre, hanno accolto e coinvolto molti giovani ed adulti provenienti da ogni parte d’Italia in una riflessione sulla missione e sul tema del festival ”Vivere per Dono”. Il comitato organizzatore,i volontari, i missionari, le missionarie ed i laici impegnati coinvolgevano e sensibilizzavano alle tematiche del festival i passanti presenti in quella zona caratteristica della vita quotidiana Milanese. Nella giornata del 29 Settembre si è inaugurato il festival con una celebrazione intereligionsa presso la Basilica di Sant’Eustorgio nella quale si è voluto mettere in evidenza il Buio nel quale viviamo e la missione come fonte di Luce per noi stessi e per le persone che incontriamo e si fanno presenti sulle strade del mondo. Nella giornata del 30 Settmbre il tema affrontato era il tema “Far Fiorire la vita-Missione Maddalena”. Mons. Luca Bressan Vicario Episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale dell’Arcidiocesi di Milano, il Cardinal Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, le Prof.sse Serena Noceti e Emilce Cuda teologhe bibliste e da Don Dante Carraro Direttore del CUAMM-Medici per l’Africa hanno evidenziato che la chiesa non può fare a meno delle Donne per annunciare il Vangelo seguendo l’esempio di Maria Maddalena la prima annunciatrice della Resurrezione di Gesù “l’Apostola delle Genti”. Da questo messaggio si fa “rifiorire la vita”, da questo messaggio si aprono cammini nuovi che fanno crescere e portano gioia. Questa è la bellezza della chiesa dell’Evangelii gaudium e del Vangelo. Solo se abbiamo questo coraggio di intraprendere la strada che ci è stata indicata troviamo noi stessi, il nostro benessere e quello degli altri. I racconti di vita vissuta su cosa significa “vivere in dialogo” minuto per minuto…quando il dialogo, entra nelle scelte concrete o ancora quando il dialogo arricchisce il tuo credo, la tua cultura, la tua tradizione perché condividi tempo, idee, esperienze con un tuo amico, emergono dalla testimonianza di Stefania Guidali e Ayesha Saeed due amiche che si sono conosciute tra i banchi di scuola facendo i compiti insieme e poi nella loro diversità culturale e di fede hanno maturato un rapporto profondo di amicizia. Nel pomeriggio della stessa giornata ha portato il suo contributo al festival la Ministra della Giustizia del governo uscente la Prof.ssa Marta Cartabia. Riprendendo i temi della mattinata nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della Giustizia riparativa come possibilità di “realizzare cammini e incontri in cui la vittima guardi l’autore del reato, generando una capacità ricostruttiva” che non significa accettare quello che si è subito, ma mettere “suscitare un interesse per una giustizia che vuole mettere al centro la persona”. Da questa premessa si può partire per realizzare un avvicinamento tra vittima e colpevole da cui scaturisca una Giustizia per Dono che a rimuovere le radici profonde che hanno portato ai gesti di violenza. Il concetto della Giustizia riparativa che pone l’attenzione al recupero della persona è stato ripreso dalla testimonianza di Suor Nelly Leon, della congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, primo cappellano Donna di Santiago del Cile. Nella sua esperienza con le donne carcerate Suor Nelly ha voluto recuperare l’amore e la stima verso se stesse, riconoscendosi vittime di un sistema ingiusto. Tutto questo secondo gli illustri ospiti deve portare ad un cambiamento che provochi abbattimento dei muri non solo strutturali, ma anche nei modi di pensare ed operare nel società civile. Nella giornata del 1 Ottobre il tema affrontato “Fraternità aperta: le nuove vie della missione”. Mons. Roberto Repole Arcivescovo di Torino e di Val di Susa e la prof.ssa Rossanna Virgili Teologa Biblista hanno evidenziato che il continente Europeo non lo è piu' numericamente cristiano”. La missione, ormai, non è più solo quella ad Gentes, verso gli estremi confini della Terra, ma è sopratutto quella in Europa, si deve svolgere anche dentro il nostro ambiente di. Vita quotidiana che formalmente ha ricevuto il Vangelo, ma ormai è in via di scristianizzazione. Bisogna ripartire dalla logica del dono e della fraternità affinché ci aiuti in tutti i contesti della nostra vita quotidiana e di fede. Quando si offre il Vangelo la chiesa non fa altro che dire: c’è un posto per te in Dio con la tua storia. L’ospitalità e la fraternità provocano un movimento in due direzioni: si apre uno spazio in chi si fa dono, ma anche in chi lo riceve. Il missionario del terzo millennio non è soltanto quello che parte verso gli estremi confini della terra ma sono anche quelli che rimangono nel continente Europeo devono lasciare ogni “radicalità” partendo per un’avventura che per molti motivi rimane un’ incognita. Come cristiani e sopratutto noi giovani abbiamo paura e non abbiamo più confidenza con l’idea che annunciare il Vangelo possa incontrare anche un rifiuto tale da portare alla morte. Nella serata del 1 ottobre in Piazza Vetra alle spalle della Basilica di San Lorenzo abbiamo avuto momento di festa per tutti i presenti al festival ma nello stesso tempo è stato il momento di lancio per il cammino diocesano verso la XXXVIII Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona. Nel corso della serata è stato consegnato dal Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini il mandato per tutti i missionari, missionarie ed i laici ed i giovani partenti per la GMG, dove lo stesso arcivescovo ci ha inviato a riflettere e meditare su queste tre parole per dare un messaggio di luce e di speranza a questo mondo triste e ferito: esultanza, la vocazione, la missione. Da questa piazza e dall’esperienza della GMG di Lisbona 2023 che vivremo potremmo accendere una luce per l’umanità ed il mondo intero non rimarrà imprigionata nelle tenebre. Nella giornata del 2 Ottobre il tema affrontato “Il martirio: non è uno spreco, sono vite donate” in un mondo ferito dalle ingiustizie e dalle guerre il donare la vita è viene vista come un gesto estremo. Eppure se lo vediamo con gli occhi della gente comune questa scelta vista come un gesto da perdenti. I testimoni di questa ultima giornata di festival: Padre Bernard Kinvi “Missionario Camilliano”, Suor Beatrice Maw, Zakia Seddiki moglie di Luca Attanasio, Pierluigi Maccalli “Missionario della Società Missioni Africane” e Mons. Christian Carlassare “Missionario Comboniano e Vescovo di Rumbek in Sud Sudan gli ospiti hanno evidenziato con forza che la passione che l’amore risponde all’odio, che il martirio è un grandissimo gesto contraddistingue il nostro essere cristiani. Nel pomeriggio della stessa giornata si è conclusa l’esperienza del festival della Missione con la messa in Duomo presieduta dall’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini ha affermato durante la sua omelia “che i cristiani sono originali, vivono per essere un dono, fino al perdono. Abitano la terra per seminarvi la riconciliazione, essere operatori di pace” l’arcivescovo ci ha voluto consegnare a tutti i presenti in Duomo quattro parole “ il rendimento di grazie, la misericordiosa, la riconciliazione, la vocazione” da portare nelle nostre case nei nostri cammini quotidiani perché questo deve essere lo stile dei missionari del terzo millennio.