GIAPPONE: IN STRADA INSIEME, CON UN TESORO DA OFFRIRE
[fonte: Missionarie Saveriane - Scritto da Gloria Enciso] * Gloria Enciso Aldana, messicana, da dodici anni in Giappone, comunica la gioia e insieme la dolorosa esperienza di impotenza nella missione.
Una città sul mare, cosmopolita
Dopo cinque anni vissuti a Izumi, da sette anni vivo a Sennan, nella diocesi di Osaka, insieme a tre sorelle giapponesi. Sennan è una città sul mare, con oltre sessantamila persone, di classe media o povera; conta tante industrie che danno lavoro e casa a molti immigrati vietnamiti, filippini e latinoamericani. Vi è un’unica chiesa cattolica.
Il popolo giapponese ha vissuto isolato per anni e fino ad oggi molti hanno paura del diverso. Anche molti cattolici tendono a far gruppo in parrocchia non facendo sentire a casa gli immigrati. Non mancano tuttavia persone, di varie appartenenze religiose, che si impegnano per loro. Un nostro amico buddhista, di grande umanità, voleva denunciare il comportamento dell’impresa in cui lavorava verso i dipendenti stranieri, ma essi non hanno voluto, per timore di essere espulsi.
La diocesi, anni fa, ha lanciato un progetto per una chiesa aperta agli stranieri. Si distribuiscono in chiesa fogli con le letture della Messa in diverse lingue; ogni anno, in Cattedrale, c’è una “Messa internazionale”, con canti multilingue, seguita da un pasto con cibi di vari Paesi.
Nella nostra parrocchia ci sono due preti, uno portoghese e l’altro vietnamita. Gli stranieri fanno fatica a seguire la Messa in giapponese; quattro anni fa abbiamo iniziato a celebrarla anche in spagnolo, con l’obiettivo di integrare piano piano le due culture in una sola celebrazione. Ma c’è ancora tanta strada da fare.
Filippini, vietnamiti e latinoamericani si incontrano per le loro feste, scambiando gioie e difficoltà e trovando un po’ di sollievo al duro lavoro. Spesso mi invitano e mi piace partecipare perché è una straordinaria occasione di incontro.