Equipe della Formazione Permanente. Messaggio finale
[dal sito della Direzione Generale, Roma] *
Tavernerio 08.09.2018 - Cari confratelli, nei giorni 4-8 Settembre 2018, ci siamo riuniti a Tavernerio come equipe della Formazione Permanente (FP) della nostra Famiglia. Il primo giorno l’abbiamo dedicato all’ascolto.
Dopo il saluto dell’incaricato della Direzione Generale (DG) per la FP, p. Fabien Kalehezo, è intervenuto p. Gabriele Ferrari, che ha illustrato il cammino fatto finora dall’Istituto, soprattutto a proposito dei Tremesi. Quindi, hanno preso la parola d. Ivano Tagliabue, d. Marco Bove e d. Tarcisio Bove, che hanno condiviso l’esperienza di FP dell’arcidiocesi di Milano, rispettivamente ai primi anni di ministero, all’età di mezzo e alla terza età.
Questi interventi hanno suscitato un ricco scambio di opinioni cui ha fatto seguito la presentazione delle iniziative ed esperienze di FP nelle varie Circoscrizioni. Dalla condivisione è emersa la convinzione, per altro già ribadita dai nostri documenti, che la FP è strumento indispensabile perché ogni saveriano custodisca e sviluppi il dono della propria vocazione; ma anche la condizione sine qua non per mantenere vivo e attuale il nostro carisma in maniera feconda e creativa.
Siamo convinti, perciò, che va decisamente superata la tradizionale e angusta dicotomia tra formazione di base e FP. Consapevoli, inoltre, che in questo cambiamento epocale, il traguardo di una “formazione completa” alla missione è praticamente irraggiungibile, riteniamo la FP la via più idonea e conforme al discepolato-missionario, intimamente itinerante, dietro a Cristo e con Lui. Lo spirito della FP deve perciò accompagnare ogni età della vita saveriana: dall’ingresso in Istituto alla terza età.
Per questo, la capacità di mettersi in stato di FP dovrebbe essere un criterio discriminante nel discernimento vocazionale.
Dal lavoro di questi giorni, sono usciti alcuni orientamenti/proposte che abbiamo affidato alla discrezione della DG.
a) Circa i primi cinque anni di ministero: si è constatata trascuratezza nell’accompagnamento dei confratelli che iniziano la prima esperienza missionaria. Per cui, si ribadisce l’esigenza di offrire una maggiore attenzione a questa tappa, promuovendo iniziative ad hoc soprattutto a livello di Circoscrizione e Continentale.
b) Circa i Tremesi: si propone di continuare l’esperienza con un nuovo format della durata di un mese e mezzo (metà settembre – 5 novembre); nel 2019 per i saveriani dei primi anni di professione perpetua (10-15 anni); nel 2021 magari per i saveriani dell’età di mezzo (20-35 anni).
c) Circa i Centri Studi Continentali: si incoraggia senz’altro la nascita del Centro Studi Europeo; inoltre, una collaborazione più articolata tra tutti: è già previsto per l’anno prossimo -settembre 2019- un incontro dei rappresentanti dei Centri. In aggiunta, si è sottolineata l’importanza di promuovere con l’aiuto di ogni Centro, una riflessione più organica e documentata sulla presenza saveriana e sulla trasformazione della missione nelle diverse realtà culturali, ecclesiali e religiose. Si raccomanda di facilitare una ricaduta positiva del lavoro di ciascun Centro Studi, sia ad intra – soprattutto nelle case di formazione – sia ad extra, attraverso il dialogo e lo scambio con istituzioni culturali locali. Infine, si suggerisce alla DG la possibilità di creare un gruppo di riflessione teologica sulla trasformazione della missione in atto.
d) Circa il congresso sul “volto umano” del saveriano (2022): se ne sottolinea l’opportunità anche per dare continuità al processo di riflessione aperto dai precedenti congressi sulla spiritualità e sulla missione, al fine di evidenziare l’identikit umana del saveriano oggi, come “soggetto” della missione ad gentes in una chiesa tutta missionaria.
In questo incontro, ci siamo convinti che la FP nella nostra Famiglia, avrà esito solo se la vivremo tutti “dalla parte del problema” e non della “soluzione”.
In altre parole, non come una ricetta “per gli altri” – casi problematici –, ma come un abito culturale – modus vivendi – di ciascuno e della Famiglia saveriana a tutti i livelli. Questo richiede una maggiore consapevolezza della responsabilità personale e della “custodia” che ci è richiesta nei confronti della crescita dei confratelli.
Segno di un’autentica e vitale FP è senz’altro il discernimento comunitario come pratica costante di lettura dei “segni dei tempi” al fine di rispondere più fedelmente alle sfide e alle attese dei vari contesti in cui siamo inseriti.
Mentre ringraziamo per la splendida e fraterna ospitalità offertaci dalla casa di Tavernerio, vi porgiamo un cordiale e fraterno saluto con l’augurio reciproco di una buona formazione permanente.
I partecipanti:
Deogracias Bacibone (RDC), Paolo Tovo (DC), Vitus Rubianto (ID), Carlos Collantes (ES), Stefano Raschietti (BS), Mario Menin (DC), Eugenio Pulcini (DG), Fabien T’C. Kalehezo (DG), [Gerardo Pretel (DC)].