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Vado in montagna per sentire il silenzio

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Con il benestare dell’autrice, una giovane che ha appena concluso gli studi liceali di nome Penelope, condivido il suo inno “Vado in montagna”. I genitori di Penelope e del fratello Pelagio gestiscono un Hotel sul pendio del Monte Rosa lambito dal ghiacciaio.

(Nota: nel fine settimana 25-26 maggio, al termine della stagione turistica alpina, l’hotel sarà la sede di due giorni di ritiro Vangelo e Zen. Il pernottamento ci è offerto gratuitamente).

La gratuità è la grande omelia della terra!

P. Luciano.


Vado in montagna per sentire il silenzio,

vado in montagna per vivere la pace.

Vado in montagna perché ho bisogno di respirare,

di spingermi sempre un po’ più in là,

perché ho bisogno di guardare lontano

e di vedere l’infinito.

Gli alberi quieti ma vigili;

il sole pallidamente intenso;

l’aria che ti fa sentire vivo.

Questo è il contorno, ma io vado in montagna per trovare la solitudine,

per abbandonarmi totalmente al flusso di pensieri,

 che viaggia, non disturbato da interferenze umane.

Vado in montagna perché ho bisogno di sentire la natura che mi circonda, scoprirla, imparare da lei.

Vado in montagna per sentirmi a casa, protetta, coccolata.

Vado in montagna perché mi regala le emozioni più contrastanti: l’affannosa fatica correndo mescolata alla gioia più assoluta

davanti agli spettacoli costanti.

Vado in montagna per volare,

per liberarmi da tutti i pesi, per sentirmi libera.

Vado in montagna quando voglio entrare nella mia dimensione.

Quando cerco di rimettere tutti i pezzi a posto,

perché è terapeutico, lasciarsi andare per un paio d’ore di sport

e di meditazione ad occhi aperti,

con la musica e il cane davanti a me, unica presenza.

Solo in montagna riesco a liberarmi completamente,

a perdermi per ritrovarmi.

Minuscola in quell’immensità di vette

e in quel momento mi sento eterna.

Il tempo non passa, non esiste lassù.

Sono un nulla ma sono tutto,

vibro della stessa energia che mi circonda.

Sono una cosa sola con tutto quello che vedo e che sento.

Il vento, la luce, la neve, i ruscelli, il silenzio,

sento tutta l’energia, sono quell’energia.

Penelope Pelá (studente di liceo)



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