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Carissimi, venerdì scorso, qui a Giuba, c’è stato un incontro dei rappresentanti delle Ong italiane operanti in Sud Sudan. Si è trattato, più che altro, di uno scambio di informazioni sulla sicurezza nelle zone dove operano i cooperanti delle Ong. Per il momento non ci sono problemi di sicurezza e tutto procede normalmente.

Tuttavia c'è il timore che con l’arrivo della stagione secca riprendano gli scontri armati.

Con le piogge molte “strade” sono interrotte. Con la stagione secca i movimenti saranno leggermente più facili. C’è un segnale negativo: l’aeroporto di Giuba non è attrezzato per voli notturni e dalle sette di sera fino al mattino rimane chiuso. Tuttavia da un po’ di tempo si sente l’andare e venire di aerei durante la notte. Sembra che sia in atto un approvvigionamento clandestino di armi da parte del governo. In superficie tutto è calmo, ma speriamo che i voli notturni non siano un brutto presagio.

Venerdì 10 dicembre, nel pomeriggio, si è celebrato il Comboni Day nella Casa provinciale dei comboniani. Erano presenti l’arcivescovo di Giuba, il vescovo emerito e l’amministratore apostolico della diocesi di Malakal, molti sacerdoti, religiosi/e e vari laici. È stato un incontro tutto incentrato sul piano di Comboni: “Rigenerazione dell’Africa con l’Africa”. L'arcivescovo ha approfittato dell’occasione per fare un forte appello per l’unità nazionale partendo dall’esempio di tanti sacerdoti, religiosi e laici di etnie diverse uniti in una sola famiglia in Cristo.

In Sud Sudan le Chiese (cattolica, anglicana e protestanti), godono di alto prestigio morale perché durante la lotta per l'indipendenza sono state dalla parte della gente, attraverso aiuti umanitari, istruzione, catechesi, difesa dei diritti umani. Nel 1964 tutti i missionari comboniani furono espulsi dal Sudan. Rientrarono in seguito subendo restrizioni e controlli di ogni tipo da parte del governo di Khartoum. A quel tempo i missionari comboniani erano gli unici missionari in Sudan.  Anche alcuni vescovi locali, sacerdoti e catechisti hanno subito prigionia e vessazioni di vario tipo.

Le Chiese ora sono parte della storia e del tessuto vivo di questa nazione.

Tuttavia stentano un po’ ad elaborare un piano pastorale unitario e a superare le enormi difficoltà di collegamento fra le diverse etnie e le zone isolate. Per questo i vescovi cattolici hanno lanciato un appello per avere nuovi missionari.

Le Congregazioni religiose presenti in Sud Sudan, con l'incoraggiamento e l'approvazione dei vescovi, hanno progettato la costruzione di un Centro per la formazione umana e spirituale aperto a tutti: sacerdoti, religiosi e laici. Si prevedono corsi anche per il ricupero della gente traumatizzata dalla guerra. È un progetto che guarda al futuro. Per il momento si è benedetta solamente la prima pietra. Sono convinto che crescerà. Come, non lo sappiamo, ma crescerà come il seme deposto nella terra (Marco 4, 26-32).

Auguri a tutti per l’Ottobre missionario. Qui siamo in una delle tante “periferie della missione”. Non ci manchi mai l’entusiasmo e la passione per la missione.

Cristo è già nelle periferie. Aspetta operai per la sua messe. Calorosi saluti a tutti.

  • GIORGIO BIGUZZI.
  • Giuba, 13 ottobre 2014.


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