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LEGISLAZIONE ANTIFEMMINISTA NELLA REGIONE DI ACEH

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Lo Stato unitario indonesiano ha alcune regioni a “statuto speciale”: la Capitale, la zona di Giava Centrale… Di queste Aceh, la regione più occidentale dell’Arcipelago, è l’ultima che ha ricevuto questo privilegio. Nel 2006, al termine di trattative tese e difficili, il Governo centrale ha concesso a questa regione il diritto di usare la legge coranica per le questioni interne, pur di terminare la guerriglia indipendentista.

A partire da quel momento, l’innovazione giuridica è stata costante in Aceh. E così si può assistere ogni tanto in Aceh alla punizione di “frustate” in pubblico per colpe di diverso tipo.

La legislazione si è fatta sempre più restrittiva, specie per le donne. Ne sono un esempio la proibizione della danza, quella di andare in moto con un maschio che non sia parente o di sedere in moto a cavalcioni (debbono sedere con le due gambe da una parte), la separazione di maschi e femmine nelle scuole, ed ora, nel mese di giugno nella capitale della Regione, il “coprifuoco” per le donne: oltre le ore 23.00 possono andare in giro solo se accompagnate da un maschio parente.

Il motivo di questa proibizione è, come dicono i promotori, quello di proteggere le donne dalle molestie e dalla violenza sessuale che sembrano tra le più alte di tutta l’Indonesia. In base a queste disposizioni, i locali pubblici (bar, centri internet…), non serviranno più le donne non accompagnate da un maschio familiare.

Molti media di ispirazione musulmana hanno lodato il provvedimento, ma molti lo hanno anche criticato. E le voci critiche sono state taglienti, affermando che bisogna contrastare la tendenza a rinchiudere le donne in cucina e in camera da letto, che la protezione delle donne si può raggiungere con una più visibile presenza della polizia, con una maggiore educazione degli uomini ecc. Anzi, alcuni hanno suggerito: se le donne sono vittime di molestia e violenza sessuale, perché non limitare allora la libertà di movimento degli uomini, invece di colpevolizzare le vittime?

E perché le interessate, le donne, non sono consultate su queste misure?

Con queste ulteriori restrizioni, le donne di Aceh stanno diventando sempre più cittadine di seconda classe, sempre più “rinchiuse”, sempre più sotto il dominio dei maschi. E ciò vien fatto con il pretesto di difendere la morale e la religione e in fondo la dignità delle donne. Esse in realtà, appaiono sempre più oggetto di cui si può disporre, se non fisicamente, almeno legalmente.

  • FRANCESCO MARINI.
  • Giacarta, 20 giugno 2015.


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