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La crescente percezione dell'importanza della "questione ambientale" e, in particolare, del drammatico degrado dell'ecosistema planetario, ha, negli ultimi anni, interpellato anche il cristianesimo e le Chiese. Ciò si sta traducendo, da una parte, nel tentativo di ri-comprendere il progetto di Dio alla luce della nuova consapevolezza per cui la "natura" non è il coacervo di forze misteriose (demoniache) da dominare, la semplice riserva di beni da sfruttare o il mero "sfondo" dell'attività umana.

In tal senso basti citare una dichiarazione dei vescovi tedeschi del 1998: "Il legame che unisce tutte le creature in quanto uguali nell'essere create proibisce un antropocentrismo assoluto. La teologia della creazione affronta la conservazione della natura come oikos, casa della vita, e la possibilità di inserirsi ordinatamente nei rapporti che assicurano la vita nel creato".

O l'invito di un teologo della liberazione come Leonardo Boff ad ascoltare "il grido della terra insieme a quello dei poveri".

C'è poi un'esigenza pratica per i credenti e comunità cristiane: quella di modificare i propri stili di vita, le proprie pratiche, tenendo conto della "impronta ecologica" che essi hanno e della propria responsabilità verso il creato.

A questo livello si pone questo dossier, che vuol offrire materiali utili a far incontrare sensibilità ambientale e azione pastorale, in particolare proponendo esempi concreti, italiani e stranieri, con cui le parrocchie possono contribuire alla salvaguardia della creazione.



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