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La Nonviolenza e la “Terza guerra mondiale a pezzi”

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La NonViolenza ha una consolidata e strutturata dimensione teoretica, dal piano filosofico a quello politico, da quello etico a quello religioso. Le esperienze costruite attraverso forme di lotta e di trasformazione sociale, economica e politica, fondate sulla nonviolenza attiva – in molti casi coronate da successo –, si sono sviluppate in ogni parte del pianeta, entrando pienamente nella storia contemporanea.

Eppure ci troviamo nell’epoca, secondo papa Francesco, della “terza guerra mondiale a pezzi” e di fronte ad uno scenario internazionale che ritorna a fondarsi su “un equilibrio di paura” e sull’inaccettabile “idea che gli armamenti nucleari mantengano l’equilibrio mondiale”, come ha affermato mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, in una recente visita in Giappone.

Forse è proprio la paura che sta prevalendo e condizionando in maniera decisiva scelte personali e collettive.

Paura di un mondo che cambia, di perdere privilegi ma anche quel poco o nulla che rimane dopo una crisi ormai cronicizzata. Paura di chi è diverso per il colore della pelle, per la lingua, la religione, le usanze, ma anche del vicino, talvolta del fratello, dell’amico. Paura che chiede protezione: economica, sociale, politica, militare. Paura che paralizza e divora, gli altri e se stessi.

Forse le vie d’uscita sono tutte da sperimentare, da costruire ma, ne siamo convinti, passeranno dall’apertura, dal confronto, dal rispetto della vita e della dignità di ogni essere vivente. Dalla scelta decisa e coraggiosa della nonviolenza.



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