Quasi sempre l'attenzione nei confronti degli sviluppi dell'attualità internazionale, soprattutto considerati dal punto di vista politico ed economico, si concentra sulla Cina, con motivo definita "la fabbrica del pianeta". Uno sviluppo eccezionale, non limitato all'economia, ma che ha riguardato anche il suo peso politico, la potenza militare, le alleanze strategiche.
Nessun membro della comunità internazionale può oggi permettersi di ignorarla.
Ma c'è un altro grande Paese, l'India, che, se si esaminano con attenzione i cosiddetti "fondamentali" dell'economia, non solo regge il confronto con l'affermato vicino cinese, ma contiene al suo interno numerosi elementi (crescita demografica, dinamismo imprenditoriale, disponibilità di lavoratori altamente qualificati, democrazia consolidata) che potrebbero contribuire, in un futuro non troppo lontano, ad un fatidico "sorpasso" nei confronti della Cina.
È senza dubbio l'India la nuova, grande potenza mondiale emergente che non mancherà di far pesare la sua influenza sia in area regionale, sia a livello più vasto. Certo, questo enorme e popolato Paese non manca di laceranti contraddizioni, di situazioni locali squilibrate, di fanatismi religiosi e di arretratezze sociali, ma in sessant'anni di storia indipendente la sua democrazia ha mostrato di reggere, superando attentati, guerre, contese diplomatiche, catastrofi naturali.
È sicuramente un buon biglietto per il futuro non dover utilizzare una quantità di energie per affrontare una faticosa "transizione democratica" (come toccherà alla Cina), e poter dire: "già fatto".
