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Il cammino ecumenico delle chiese in Brasile

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Il pluralismo confessionale è un elemento costitutivo della configurazione del cristianesimo in Brasile. Esso manifesta la divisione esistente tra i cristiani, creando serie difficoltà all'evangelizzazione, che hanno stimolato il movimento ecumenico:

I missionari delle diverse confessioni esigevamo dai convertiti che partecipassero alle celebrazioni dei rispettivi gruppi religiosi. Lì il Vangelo universale si frammentava: c'era un Cristo cattolico romano, un Cristo anglicano, un Cristo presbiteriano, un Cristo metodista, un Cristo luterano, ecc. Questo scandalizzava. Quindi nacque la convinzione che, a partire dalle esigenze della missione della Chiesa, l'unità doveva prevalere tra i cristiani” (J. De Santana-M. Barros).

Il cammino ecumenico in Brasile conosce tre fasi: una esclusivamente interprotestante (1903-1960), un'altra con la partecipazione di cattolici e anglicani (1960-1982) e una terza a partire dalla formazione del Consiglio nazionale delle Chiese cristiane (Conic).

L'ecumenismo viene a volte considerato una questione che riguarda l'Europa, perché qui sono nati i grandi scismi nella cristianità e hanno sede i “centri” delle principali famiglie confessionali (Roma, Ginevra, Canterbury, Mosca, Costantinopoli).

Con questo dossier Missione Oggi intende contribuire a far conoscere in Italia l'esperienza ecumenica in un importante paese del Sud del mondo e al contempo porsi in sintonia con la IX Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese che ha riunito a Porto Alegre, dal 14 al 23 febbraio, 3.000 rappresentanti di 347 Chiese anglicane, ortodosse e protestanti attorno allo slogan “Dio, nella tua grazia, trasforma il mondo”.



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