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AFRICA / LA DIFFICILE INDIPENDENZA

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Il 1960 è ricordato come “l’anno dell’Africa”. Ben diciassette paesi raggiunsero l’indipendenza dal colonialismo europeo. Per l’Africa è stata l’ora del riscatto. Oggi a sessant’anni da questa data simbolo dell’indipendenza africana (negli anni successivi anche altri paesi si libereranno dal giogo coloniale) è necessario chiedersi cosa ne è stato di questo processo. In primo luogo occorre osservare che la decolonizzazione non è ancora terminata, perché c’è un paese, il Sahara Occidentale, che incredibilmente è ancora colonia. Tra gli Stati sovrani, poi, si devono registrare vari livelli di indipendenza: una difficile scala di definizioni colloca i 54 paesi africani tra la sovranità forte, debole, di facciata o “decorativa”, per giungere al gradino più basso: quello degli Stati cosiddetti “falliti”. Una situazione che pone come centrale la questione delle classi dirigenti, della presenza delle donne nelle istituzioni e della debolezza delle organizzazioni delle società civili dei vari paesi. Infatti, le classi dirigenti, formate da politici illuminati e capaci di grandi visioni di futuro, che avevano guidato i processi per giungere alle indipendenze o sono state violentemente eliminate da interessi stranieri e lotte intestine o si sono involute in feroci dittature. Il dossier, pur sinteticamente, offre un quadro della realtà ed evidenzia come l’Africa, pur indipendente, dipenda ancora fortemente dalla geopolitica delle grandi potenze tradizionali e di quelle emergenti.



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