CAPACI DI FUTURO?
DALLA CRISI UN NUOVO INIZIO
Sabato 5 maggio 2012 / Ore 9.00-18.00
Chiesa di San Cristo
Via Piamarta, 9
25121 Brescia
“E vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, discendere dal cielo”. In questo testo dell’Apocalisse, il visionario Giovanni vede la Gerusalemme celeste scendere sulla terra, quale immagine della novità inaugurata nella storia dalla vicenda di Gesù di Nazaret. “Missione Oggi” ha scelto questa icona biblica (interpretata dall’artista don Carlo Tarantini, di Bergamo) come logo del Convegno 2012, per la sua capacità evocativa della crisi economico-finanziaria che attraversa l’Europa. La Gerusalemme celeste potrebbe indicare la novità etica di un’economia centrata sull’imitazione del go’el – parola biblica per dire liberazione e riscatto di chi è escluso ed emarginato –, mentre la grande Babilonia dell’Apocalisse potrebbe alludere allo schema liberista, che assicura che solo creando più ricchezza si può distribuire ai poveri. Le due città-simbolo sono profondamente intrecciate nel nostro vissuto attuale, addirittura nel nostro pensiero e nel nostro comportamento di cittadini che vivono nella confusione e nella difficoltà di discernere le forze al servizio della grande prostituta da quelle al servizio della nuova Gerusalemme. Davanti a questa crisi apocalittica, “Missione Oggi” si chiede se gli economisti mainstream ripropongano le ricette della grande Babilonia, di un’economia cioè che accentra la ricchezza nelle mani di sempre più poche persone o imprese, oppure della nuova Gerusalemme, centrata sulla vita dei poveri e degli esclusi. Sappiamo che nelle vicende umane fatalmente si intrecciano la partecipazione all’una e all’altra economia. Il Convegno si propone di rispondere alle cruciali questioni di quale città e comunità umana vogliamo costruire e se siamo o meno capaci di futuro, come cittadini e come cristiani, cioè di far cadere un pezzo della grande prostituta e costruire sulla terra la Gerusalemme celeste. Il dramma della politica in generale è voler partecipare alla costruzione della nuova Gerusalemme, senza modificare il sistema della grande Babilonia. La sua tragedia è voler costruire il nuovo con il vecchio. Ma, ci chiediamo, col Vangelo di Marco, se possiamo davvero mettere vino nuovo (economia solidale) in otri vecchi (schema liberista): “Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!”.