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MISSIONE E DIALOGO INTERRELIGIOSO IN EUROPA

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X SETTIMANA CULTURALE DEI MSSIONARI SAVERIANI

MISSIONE E DIALOGO INTERRELIGIOSO IN EUROPA

“L’Islam tra paura e speranza: prove di dialogo”

“Occorre ricercare insieme un obiettivo comune di tolleranza e di mutua accettazione. Non mancano per questo testi anche nel Corano. Dobbiamo sfatare a poco a poco il pregiudizio in essi [musulmani] radicato che i non musulmani sono di fatto non credenti. Solo quando ci riconosceremo nel comune solco della fede di Abramo potremo parlarci con più distensione, superando i pregiudizi”

(Carlo M. Martini, Noi e l’islam, Milano 1990)


Dopo le “Settimane” ispirate ai fondamenti trinitari della fede cristiana – Quale Dio (2011), Quale Gesù (2012) e Quale Spirito in Europa? (2014) –, i Saveriani in Italia (ed Europa) puntano l’attenzione sul binomio “missione e dialogo”, a partire dal cambio di paradigma missionario del Vaticano II, quello del dialogo inteso come l’atteggiamento di cui ha bisogno la Chiesa per fare missione: il dialogo come missione.

Il nuovo ciclo si scandisce, come il precedente, in tre tappe corrispondenti ad altrettante dimensioni del dialogo:

  • 1) ecumenica (Missione e dialogo ecumenico in Europa), già trattata nel 2015;
  • 2) interreligiosa (Missione e dialogo interreligioso in Europa), tema del 2017;
  • 3) interculturale (Missione e dialogo interculturale in Europa), prevista per il 2018.

Il focus della “Settimana” 2017 sarà sul dialogo islamo-cristiano, anche perché il fenomeno islamico è balzato alla ribalta del nostro tempo sia per l’immigrazione, che ci ha portato l’islam in casa, sia per la violenza del fondamentalismo islamico, che ha toccato il cuore dell’Europa. Da qui la necessità di valutare e capire a fondo l’islam oggi, “nel disporci al massimo di accoglienza e di dialogo possibile, senza per questo rinunciare ad alcun valore autentico, anzi approfondendo il senso del Vangelo”, come suggeriva il card. Carlo M. Martini nell’ormai lontano 1990. Sono ancora attuali le sue quattro domande alla comunità cristiana di Milano:

  • a. Che cosa dobbiamo pensare oggi noi cristiani dell’islam come religione? 
  • b. L’islam in Europa sarà anch’esso secolarizzato, entrando quindi in una nuova fase della sua acculturazione europea? 
  • c. Quale dialogo e in genere quale rapporto sul piano religioso è possibile oggi in Europa tra cristianesimo e islam? 
  • d. La Chiesa dovrà rinunciare a offrire il Vangelo ai seguaci dell’islam? 

In questa “Settimana” ci lasceremo interpellare anche da queste domande nei tre momenti - vedere, giudicare e agire - in cui è essa scandita.

VEDERE

Il momento del vedere ci aiuterà, anzitutto, a dare un nome alle paure e ai pregiudizi che ci abitano nei confronti del mondo islamico, prendendone coscienza, attraverso alcuni interventi: il primo, di Stefano Allievi, professore associato di sociologia all’Università di Padova, dove dirige il master sull’islam in Europa, che accosterà il tema del pluralismo religioso nel continente: La guerra delle moschee.

L’Europa e la sfida del pluralismo religioso; il secondo, di Adel Jabbar, sociologo dei processi migratori e delle relazioni transculturali, presenterà, dall’osservatorio privilegiato di un immigrato musulmano, le relazioni tra musulmani e cristiani in Italia: Noi e l’islam: tra paura e speranza; il terzo, di Valentino Cottini, preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (Pisai) di Roma, si farà carico del ruolo dell’islam nel contesto europeo: Musulmani e cristiani in Europa: tra fondamentalismi e dialogo parlare di Dio insieme?; e una dinamica proposta da Alberto Parise, missionario comboniano fratello, architetto, con esperienza in Kenya, e Monica De Spirito, collaboratrice di Combonifem: Un muro che diventa porta aperta: una dinamica per condividere le nostre paure.

GIUDICARE

            Il giudicare prevede due approcci complementari al tema, ambedue proposti da Paolo Branca, docente di lingua e letteratura araba e di islamistica nell’Università Cattolica di Milano, che ci aiuterà a rispondere, in un mutato contesto ecclesiale e politico, a due delle quattro domande succitate del card. Martini: una ci interessa più direttamente come missionari in Europa e nel resto del mondo:

 Quale dialogo e in genere quale rapporto sul piano religioso è possibile oggi in Europa tra cristianesimo e islam?; l’altra ci riguarda anche come cittadini di questo continente secolarizzato: 

L’islam in Europa sarà anch’esso secolarizzato, entrando quindi in una nuova fase della sua acculturazione europea? 

AGIRE

            L’agire sarà interpretato anzitutto dalle riflessioni di chi condivide la propria esperienza di dialogo islamo-cristiano: Giampiero Alberti, prete della Chiesa ambrosiana, specializzato in islamistica al Pisai di Roma: Prove di Dialogo: l’esperienza di Milano; Stefano Serraino, laico saveriano, e Ashraf Mohammed Koakrah, responsabile dell’associazione dei musulmani di Desio Mianj Al Quran: Prove di dialogo: l’esperienza di Desio.

Concluderà l’agire un intervento sulla metodica del dialogo di Marco Dal Corso, docente presso l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” di Venezia: Metodica del dialogo interreligioso: tra prassi e teoria.


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