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Vangelo e Costituzione in spalla…

Vangelo e Costituzione in spalla…

[dal sito Missionarie Saveriane - Scritto da Simonetta Caboni il .] *

L’antica consegna conclusiva di ogni Messa, “Ite missa est”, si potrebbe tradurre: “È l’ora della missione, andate in pace!”. È stato davvero il caso di dirlo anche nella parrocchia di S. Maria Immacolata a Parma quando, dopo la messa domenicale, una ventina di ragazzi delle scuole superiori e noi animatori siamo partiti per Miazzina (Verbania).

Dal 14 al 20 luglio, abbiamo percorso i sentieri di montagna orientati dal Vangelo e dalla Costituzione Italiana. “Se il Vangelo dovesse parlarci ancora oggi, cosa direbbe rispetto a tante situazioni che stiamo vivendo?” è la domanda che ci ha messo in cammino quando abbiamo iniziato a pensare al tema del campo estivo. Per cercare risposte, ci siamo fermati insieme ai ragazzi e abbiamo provato a intrecciare il Vangelo con gli articoli fondamentali della Costituzione. Gesù che si ferma a casa di Zaccheo, che si arrabbia con i venditori al Tempio, che non condanna l’adultera e che sosta davanti a Barabba e Pilato, ha orientato i nostri passi davanti alle discriminazioni di oggi, alle ingiustizie, alla disinformazione e all’indifferenza.

Il Vangelo che è stato la bussola per tanti uomini e donne di buona volontà, può continuare a indicarci la strada.

Come lungo i sentieri che abbiamo percorso in montagna c’era spesso una segnaletica che si vedeva appena, così i ragazzi ci mostrano le frecce per avanzare in cordata.

La freccia della gioia nello stare insieme ci ha guidati lungo le camminate in montagna quando si va avanti mettendo da parte le vvarrampicate solitarie e solidarizzando con gli altri.

La freccia della generosità ci indicava la via della cucina dove Cecilia e Massimo preparavano per noi i pasti, e anche la via delle stanze dove i ragazzi provavano a fare un po’ d’ordine ogni giorno.

La freccia dell’amicizia ci ha portati dritti al cuore di ognuno per accogliere tutti come un dono, ognuno con il suo bagaglio, e per benedirci alla fine di ogni giornata.

La freccia della riconciliazione ci indicava lo stop al quale si fermavano i nostri limiti e noi dovevamo fermarci per stringere una mano e rincominciare.

Quando si cammina insieme, il cuore si dilata per fare spazio a tanti e scoprire qualcosa di nuovo su Dio.

Torno a valle respirando gratitudine per essere stata accolta da questi giovani.

Sento che la casa di Betania dove Marta e Maria hanno accolto Gesù non è poi così distante da quella dove mi trovo ora. Il fresco di quella casa soffia oggi nelle parole condivise tra animatori e con i ragazzi. Hanno profumo di casa anche le foto che scattavo mentre osservavo i ragazzi accogliersi tra loro, scontrarsi e poi scusarsi, farci perdere la pazienza e poi tornare a ridere.

Accogliere in casa è dare fiducia, è lasciare entrare l’altro nella trama della mia vita, è pensare e trovare in ciascuno una goccia di bene. Questi giorni di campo scuola mi portano il profumo della sosta di Gesù a Betania perché se c’è una casa che non ha muri, questa è il cuore, sono le amicizie, terreno sacro dove entrare scalzi, stare fino a quando bisogna riprendere il cammino per raggiungere altri cuori e fare del mondo una famiglia, una tenda senza confini.

Passo le soglie delle porte di queste “case” con un filo di fatica del viaggio nei piedi, la gioia della speranza degli sguardi incrociati e l’inquietudine per le sofferenze colte in alcuni di loro.

Mi fermo a r(i)accogliere le foto scattate in questi giorni e le custodisco nel cuore come si fa quando si vuole porre sul quotidiano il prezioso sigillo della memoria per diventare ostaggi dei cuori e degli occhi degli altri,

certi che un tratto del volto di Gesù si cela in ogni sguardo!


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Pubblicato
07 Agosto 2019
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