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AnimAzione

AnimAzione

Nel clima familiare di Casa Saveriana abbiamo trascorso una giornata insieme all’insegna dell’animazione. La giornata infatti si è divisa in due momenti: la prima parte dedicata alla meditazione e all’anima, la seconda incentrata sull’azione e la condivisione

Anima...

articolo di Sara 2Riunirsi in cappella ha rappresentato un momento intimo tra noi e Dio e fra noi animatori attraverso la Parola. La lettura del Vangelo di Luca “Gesù guarisce un paralitico” ha avviato un momento di riflessione personale, ci ha condotti per mano a porci delle domande sul nostro io-persona ed il nostro io-animatore: “Cosa ti ha colpito?”- “Che dice il testo per la tua vita?” - “In che modo questo testo parla a te come animatore?”

Un’ora per fare silenzio fuori e dentro noi, per carpire il sussurro delicato di Dio che parla alla nostra anima; in che modo la sua Parola si concretizza nella nostra vita e in che modo si traduce nella nostra vita da animatore. Ognuno ha dato un contributo fondamentale, nella libertà di dire o non dire, ha potuto poi condividere (dividere “con”) gli altri i suoi pesi, la sua gioia, i suoi progetti, i suoi perché... infine tutto parlava di noi, parlava a noi, parlava a Dio.

Delle parole estratte dal Vangelo e dalla nostra condivisione fanno da sintesi comune:

-la guarigione è la liberazione da una prigione (viene fatta un’apertura sul tetto per calare il paralitico);

-la ragione non ha sempre ragione (gli scribi ed i farisei cominciarono a ragionare tra loro mettendo in discussione Gesù);

- da una condizione di afflizione si può uscire se qualcuno presta attenzione al bisogno dell’altro, se ci si mette a disposizione dell’altro o se ci si mette in azione (gli altri possono scoperchiare il tetto, non si fermano di fronte alle tue paralisi, diventano portatori del lettuccio, lettuccio inteso come l’insieme delle croci che portiamo sulle spalle. Gli amici del paralitico lo condussero a Gesù e anche se c’era grande folla salirono sul tetto e lo calarono al centro della stanza, infine il paralitico si alza e va);

- la restituzione è il momento conclusivo, mettendoci in piedi non siamo più fermi (paralitici), dobbiamo riprendere il cammino verso casa, verso la nostra meta per trovare e costruire il luogo in cui abitare glorificando Dio. E’ il momento in cui tocca a noi essere i portatori, in cui è richiesta la nostra comprensione verso l’altro per metterci noi a servizio ed essere mezzi di condivisione.

...Azione

articolo di Sara 3Nella seconda parte della giornata la condivisione si è trasforma in convivialità, laboriosità e socialità. La condivisione è nata infatti anche nei momenti di vita pratica come nel momento del pranzo insieme. Dividere ed offrire il cibo e dallo spezzare il pane ci ha permesso di essere commensali alla stessa mensa. Ci siamo poi messi a lavoro per definire e confrontare idee, opinioni e problematiche sulla prossima convivenza con i giovanissimi, trovare soluzioni, mediazioni. Dopodiché abbiamo aperto la fabbrica di Babbo Natale e come gli elfi ci siamo dedicati alla realizzazione di oggetti natalizi per l’autofinanziamento. Attraverso il lavoro manuale e pratico si concretizza l’idea dello stare insieme per uno scopo comune.

Infine abbiamo trascorso la serata insieme, passeggiando per le strade di una Salerno illuminata ed affollata, ed in modo spensierato abbiamo coltivato il nostro legame, necessario per noi animatori per star bene fra noi e per riuscire a far star bene chi è con noi.


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Pubblicato
06 Gennaio 2024
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