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Volti e storie si incontrano, Due testimonianze

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La sera del 12 marzo, volti e storie si sono incontrati nella casa dei saveriani a Salerno. L'occasione era l'appuntamento interculturale, nell'ambito della mostra chiusa il 7 maggio, che quest'anno trattava il tema: "Ti racconto una storia, c'era un volto". Amici da diverse parti del mondo sono stati nostri ospiti.

Dopo il saluto iniziale del rettore p. Benigno e di Massimiliano, curatore della mostra, è stato il turno di Benjamin, studente saveriano del Congo RD, che ci ha trasmesso l'emozione del griot, il tradizionale cantastorie africano. Ci ha fatto incontrare personaggi sofferenti e tristi, a causa della guerra ancora in atto in quella nazione.

La storia di Benjamin: riconciliarsi con la vita

Una coppia di persone anziane insieme al nipote una sera accolgono con paura due persone che bussano alla porta. Dopo un momento di esitazione, li fanno entrare dando loro la possibilità di riscaldarsi e rifocillarsi. È l'occasione per raccontare, anzi per ricominciare a parlare.

"La guerra - racconta l'anziano - ha causato molti morti, tra cui nostro figlio e la sua sposa. Molti bambini sono stati rapiti per diventare soldati e schiavi dei ribelli. Anche il nipote Samuel ha vissuto questa triste esperienza... Dopo un lungo viaggio riusciamo a parlare al capo dei ribelli, supplicandolo di lasciarlo andare". Così avviene: Samuel è al sicuro e con un unico obiettivo: diventare come il nonno, uomo per l'umanità. Ha però un desiderio: rivedere la figlia del capo ribelle, Nadia, che considera come una sorella.

Gli ospiti si propongono per farli incontrare. Il nonno ha capito che il capo dei ribelli, pur facendo del male, almeno gli ha restituito il nipote. Non vuole vendicarsi. E come per magia, dopo qualche giorno, anche Nadia entra a far parte della loro famiglia.

Dopo tanta sofferenza, la felicità ritorna. Non occorre disperare, perché c'è sempre una luce che brilla. Accogliendo i due ospiti sconosciuti, quella sera i due anziani si sono riconciliati con la vita, vedendola nel volto degli altri.

La storia di Santa: l'amore della verità

Presentata dall'amica Gilda Ricci, ha raccontato la sua storia anche Santa Rossi. Si parte dall'ospedale "Cardarelli" di Napoli, dove il compagno Nicola è in attesa di un trapianto di organi. Un tale sussurra a Santa che, per fare più in fretta, avrebbe dovuto versare una somma ingente e l'organo sarebbe arrivato, grazie alla... camorra. Da quel momento, entra in questa nuova avventura.

Un mondo strano e triste la circonda, e per avere un po' di colore in mezzo a tanto buio, inizia a dipingere. Aveva bisogno di fare qualcosa: l'attesa la costringeva a vivere ciò che non si aspettava. Dipinge donne che hanno la bocca tappata... Nicola nel frattempo muore, ma Santa continua a dipingere. Nelle mostre, dove espone i suoi quadri, parla della sua esperienza e incontra altre persone che si sono affidate alla camorra per gli stessi motivi. Perché nessuno denuncia?

Santa si rivolge a politici e a persone importanti. Non si tira indietro e comincia a studiare il problema. Scopre che dal 1999 c'è una legge di "silenzio-assenso" sul trapianto di organi, ma che è decaduta. Finalmente nel 2010, in una trasmissione televisiva vengono presentate delle persone che volevano vendere gli organi. Il problema esce allo scoperto: alcuni trafficanti sono bloccati, ma altri resistono nell'ombra.

È stato anche costituito un osservatorio nazionale sul commercio degli organi, ma se ne parla ancora poco. Le persone che scompaiono possono diventare "pezzi di ricambio".

Due volti, due storie tra le tante che incontriamo ogni giorno. Tocca a noi guardarci in profondità e condividere ideali e preoccupazioni con altre persone.

Anche dietro il nostro volto c'è una storia. La mostra ci ha aiutato a capirla.



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