Vivere la speranza cristiana, Quale futuro per l’Italia...?
Il 26 marzo i saveriani di Salerno hanno avuto come ospite Brunetto Salvarani, direttore della rivista "Cem Mondialità", che ha parlato di un tema molto attuale: quale sarà il futuro dell'Italia multi religiosa?
Il prof. Brunetto ha constatato che c'è un mondo in fuga, che cambia continuamente, che rimescola i modelli. Sembra quasi che il domani sarà peggio dell'oggi. C'è una crisi di speranza in questa nostra civiltà europea che si sente vecchia e superata. Il "prossimo" è qualcuno che non c'è, perché non riusciamo più a incontrarlo. In poco tempo abbiamo dovuto confrontarci, senza essere preparati, con il pluralismo religioso.
L'esempio di Novellara
Molta responsabilità è dei mass media che spesso attribuiscono le cose negative solo alle altre religioni o etnie. Anche la chiesa ha scoperto in ritardo questo scenario multi religioso, ma realtà positive cominciano a emergere. Una fra tutte è quella del comune di Novellara, in Emilia, sul cui territorio sono presenti una cinquantina di etnie.
Invece di creare un clima di paura o indifferenza, l'amministrazione le ha pensate come una risorsa, promuovendo diverse iniziative. Hanno cercato di farle conoscere tra loro attraverso la cucina, la lingua, lo sport, le feste (ramadan, capodanno cinese, festa dei sikh, Pasqua e Natale...). Sono stati importanti il lavoro nelle scuole e la collaborazione della parrocchia.
Il decalogo del dialogo
Il prof. Salvarani ha ricordato che nel 2012 si celebrano i cinquant'anni dall'inizio del concilio Vaticano II. Giovanni XXIII nel suo messaggio inaugurale diceva di guardare ai segni dei tempi e di diffidare dei profeti di sventura, ma di vivere la speranza cristiana. Paolo VI, nell'enciclica "Ecclesiam Suam", usa la parola "colloquio" invece di "dialogo", per favorire l'incontro di persone: il dialogo della vita quotidiana, il riconoscere negli altri un fratello e una sorella.
Infine, il nostro ospite ci ha regalato il "decalogo del dialogo". Il dialogo si fa tra persone, e non tra culture; a partire dalle esperienze concrete; a partire dalla nostra identità; a partire dalla valorizzazione delle cose che abbiamo in comune; senza mai nascondere le cose per cui siamo diversi. Occorrono qualcuno che racconta e qualcuno che ascolta; occorrono gesti, silenzio, attenzione, pazienza. Tutto ciò ci arricchisce e ci rende migliori.
Alla serata hanno partecipato il dirigente e i docenti della scuola di "Sant'Antonio" in Pontecagnano, che hanno accolto la mostra itinerante sui "Volti" e che ci hanno incoraggiato a collaborare per rendere il dialogo veramente concreto.