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Un paio di orecchie formidabili, Lettera per p. Aldo Guarniero

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Caro dottor Gildo, sono ormai trascorsi tanti anni da quando, su "Missionari Saveriani" apparve un breve scritto di padre Aldo Guarniero, con il titolo: "I sogni nel cassetto". E i sogni - peraltro ben comprensibili e comuni - erano quelli delle ragazze del Bengala: un buon matrimonio, una propria casa, una famiglia e una vita migliore...

Ci fu poi uno scambio di lettere. E ben presto padre Aldo si rese conto di non avere a che fare con un "benestante", ma con un "fantozzi" autentico e... malmesso. Di sogni, fino a 16 anni, ne avevo un armadio completo e pieno zeppo. Ma poi, improvvisamente, incominciarono le "batoste": gravi e dolorose, e una in fila all'altra.

Ma torniamo al quarto piano e a padre Aldo, che sembra ormai guardarci "da lontano". A incorniciare quello sguardo commosso e quel volto, così come appare nella foto che accompagna l'articolo di aprile, noto comunque un paio di orecchie formidabili. Per quel poco che ho leggiucchiato di medicina dell'antico Oriente, sono segni fisici di forte vitalità e di lunga vita! Il suo grande lavoro da missionario e il traguardo, non ultimo, dei 95 anni, ne sono una mirabile conferma.

Se pensa che gli possa far piacere, gli porga, per favore, il mio affettuoso ricordo e i miei saluti. E tanti cordiali auguri e saluti anche per il suo prezioso lavoro di "medico dei missionari". 

  • Lettera firmata, Corrado.

Il dolce sapore dell'amicizia

Caro Corrado, ho letto la tua lettera a p. Aldo. I commenti, come sempre, sono stati pochi: ha annuito quando gli ho chiesto se si ricordava di te e poi, mentre leggevo, ho visto i suoi occhi (sempre un po' socchiusi) inumidirsi e in qualche modo scintillare per la luce riflessa.

Ho promesso a p. Aldo che ti avrei risposto e che avrei tentato di fargli aggiungere qualche parola nella parte finale. Spero serva a colorare di qualche improvviso arcobaleno la tua vita che sembra non averti risparmiato, come tu dici, "batoste" in serie.

Ho letto il tuo disincanto per questo nostro mondo, che poi non è così brutto come può sembrare, forse perché ho imparato a sorridere in mezzo ai "fuoricasta" del Bangladesh e a godere dell'attimo fuggente che il buon Dio, nonostante tutto, continua a regalarmi. Non importano le batoste: ci servono a maturare e a rinascere ogni giorno.

Con la tua lettera ci hai dato la certezza che anche il silenzio degli ultimi giorni di vita ha il dolce sapore dell'amicizia. Porterò questo foglio a p. Aldo con la speranza che possa aggiungervi, oltre al suo nome, anche qualche altro sogno rimasto nel cassetto...

  • dr. Gildo Coperchio, sx.


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