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Le vocazioni fioriscono nelle missioni

Chi si reca in Africa non può non essere colpito dalla fioritura delle vocazioni e dai molti giovani che affollano i seminari e le case di formazione, maschili e femminili. Le religiose e i religiosi africani sono molti. Si trovano dappertutto: nelle parrocchie, nelle scuole, nei dispensari, nelle città, nelle campagne. Certe città come Gitega in Burundi, Bukavu in Congo e Yaoundé in Camerun sembrano …un Vaticano in miniatura per il grande numero di religiosi in formazione che le popolano.

Ormai il numero dei missionari esteri è ridotto. La loro presenza, determinante per fondare le chiese, sta ridimensionandosi.

Questo incoraggia le chiese locali ad assumere le proprie responsabilità.

“Il fiore all'occhiello”

Le vocazioni sono il fiore all'occhiello della missione in Africa. A partire da Benedetto XV, con la lettera missionaria Maximum illud del 1919, i papi ne hanno parlato spesso. Il concilio Vaticano II ha ricordato che "la vita religiosa deve essere promossa fin dal periodo dell'impianto della chiesa, perché essa non solo porta aiuti preziosi e indispensabili all'attività missionaria, ma attraverso una più intima consacrazione a Dio, dimostra chiaramente ed esprime l'intima natura della vita cristiana" (Ad Gentes 18).

La fioritura della vita consacrata in Africa è oggi un dato di fatto. La chiesa può esserne fiera, poiché è un segno della sua maturazione. Da qualche tempo, le comunità religiose africane si sono aperte anche alla missione alle genti , fuori dei propri confini nazionali. Anche in Italia, e più in generale in Europa, si incontrano religiose e religiosi africani. Alcuni lavorano nelle parrocchie, mentre altri si stanno perfezionando nelle scienze sacre e profane in vista del loro lavoro apostolico.

Segno di vitalità ecclesiale

Quando si domanda a questi religiosi e religiose a quale congregazione appartengono, si rimane sorpresi. Oltre a coloro che appartengono agli ordini o alle congregazioni internazionali, ce ne sono altri che appartengono a congregazioni a noi sconosciute, nate in Africa o in Asia. Tali congregazioni sono state fondate dai vescovi missionari o locali, da religiosi, oppure da laici e laiche, sostenuti da qualche religioso o sacerdote, che hanno sentito l'ispirazione di dotare la chiesa di nuove famiglie religiose, adattate alla situazione locale.

Questi religiosi, rimanendo dentro le loro chiese locali, indicano a tutti i cristiani "l'appello alla santità e testimoniano la vita fraterna in comunità", come afferma il documento Ecclesia in Africa (n. 94). Sia i membri autoctoni degli istituti internazionali sia quelli che appartengono alle congregazioni locali, sono il segno della vitalità e della fecondità della chiesa in Africa.

I frutti del lavoro saveriano

Anche i missionari saveriani, da vari anni, hanno aperto le porte della famiglia di mons. Conforti a tutte le nazionalità presso le quali essi si trovano a operare, accogliendo candidati per la missione fuori dei propri paesi d'origine. In occasione della mia recente permanenza in Africa, ho potuto vedere i frutti del lavoro di animazione vocazionale dei missionari saveriani. È molto bello rendersi conto come questi giovani rispondono con entusiasmo alla prospettiva di essere mandati in altri campi di lavoro missionario per annunziare il vangelo, consolidare le comunità cristiane e lavorare per la diffusione del regno di Dio.

La loro giovinezza, non solo anagrafica ma anche cristiana, porta alla nostra famiglia saveriana nuove speranze. Già il nostro fondatore raccomandava ai suoi missionari di formare dei buoni saveriani cinesi… E ora la nostra famiglia saveriana si sta diversificando. Nelle nostre comunità vivono insieme saveriani europei e messicani, congolesi e statunitensi, sierraleonesi e indonesiani, brasiliani, camerunesi e bengalesi, colombiani e filippini e, presto, anche burundesi.

La comunione missionaria

Non è questo un segno della cattolicità della missione? In un mondo ferito da divisioni etniche e da guerre di interessi economici e religiosi, non sarà questo un segno dell'avvento del regno di Dio? Non sarà la prova della comunione missionaria, che raccoglie i popoli di tutte le nazioni e tra essi trova gli apostoli da inviare nel mondo per realizzare il mandato di Gesù Cristo, “andate e fate discepole tutte le nazioni”?

Questa è la grazia della missione. È l'impegno nostro e di tutti coloro che con noi collaborano nella missione verso i non cristiani.


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