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Sulle orme di san Guido Conforti

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Memorie Confortiane Saveriane a Parma

Nella "casa madre" dei saveriani, in viale San Martino 8, si condensano varie realtà importanti per l'istituto missionario fondato da san Guido Conforti. Sono realtà attuali, come la comunità dei missionari, l'infermeria con i missionari malati, la biblioteca "Conforti"; due costruzioni autonome ospitano la procura delle missioni e la comunità internazionale dei giovani studenti di teologia.

C'è il bel santuario "San Guido Conforti", dove i suoi missionari pregano ogni giorno e dove giungono molti devoti pellegrini - singolarmente e in gruppi - per ricevere il sacramento del perdono e chiedere grazie e benedizioni.

Ci sono poi due grandi realtà storiche: il "Museo cinese ed etnografico", completamente rinnovato, per far conoscere le culture dei popoli in mezzo ai quali i saveriani vivono per diffondere il vangelo di Cristo; le "Memorie Confortiane Saveriane", che raccolgono immagini e oggetti cari ai missionari, perché legati in modo particolare al santo fondatore. Perciò, in questo numero speciale, insieme al percorso culturale del "Museo", proponiamo il percorso storico delle "Memorie".

L'emozione del ricordo

Il 30 marzo 1995 è stato inaugurato in casa madre, a Parma, il settore Memorie Confortiane Saveriane. È uno strumento importante per conoscere la personalità di mons. Conforti, il grande vescovo parmense dal cuore missionario.

Quante volte la nostra mente si attarda in ricordi di cose o persone che risultano dolci alla memoria e riposanti per il cuore. Più spesso ricordiamo i genitori, i momenti che hanno marcato la nostra infanzia e giovinezza. Avverto qualcosa di simile nel pensare a Guido Conforti, ai luoghi e alla documentazione che ancora ci parlano di lui.

Luoghi e ritratti

Già nell'atrio di entrata il visitatore è sorpreso dalla serenità e pace che promanano i molti acquerelli appesi alle pareti. Rappresentano i luoghi di vita del Conforti e i volti dei saveriani martiri: sono opera dell'artista saveriano p. Angelo Costalonga.

Più oltre, sul versante del corridoio che immette al Centro Studi Confortiani Saveriani, figurano rare pergamene Confortiane, foto con ritratti dei superiori generali dei saveriani, l'originale del primo giornale edito nel febbraio 1900 dal Conforti e dai suoi primi missionari. È in mostra anche la medaglia d'oro "Sant'Ilario", premio che il Comune di Parma ha voluto dare all'istituto del Conforti nel primo centenario di vita, il 13 gennaio 1995.

Lo studio del Conforti

Nella Sala Rossa - così chiamata per le sue pareti e i tendaggi, di color rosso bruno - si respira clima austero e reverenziale insieme. La sensazione di solennità è moderata dall'amabilità presente nel quadro a pastello - opera di Ulisse Passani (24 dicembre 1902) - che ritrae il Conforti a 37 anni, neo arcivescovo di Ravenna.

I mobili della sala, che fu il primo studio del fondatore in casa madre, sono autentici, come anche quelli dell'attigua camera da letto, costituita da quanto egli utilizzava nel suo appartamento in vescovado, qui trasferiti il 23 novembre 1931.

I ricordi personali

La sala Famiglia Conforti mostra all'ospite il ritratto dei genitori del grande vescovo: la devota mamma Antonia Adorni e il fiero papà Rinaldo Conforti. Vi è esposta anche la storica foto della mamma e dei figli al capezzale del papà, morto a Casalora l'8 marzo 1895.

Nella sala Ricordi Personali si ammirano la croce pettorale, dono di Leone XIII per incoraggiarlo ad andare a Ravenna, e il magnifico pastorale riportante la scritta latina. Tra i tanti piccoli oggetti, anche il biglietto da visita in caratteri cinesi che precedeva il Conforti nelle visite alle autorità locali.

Gli "ex voto" dei devoti

La sala In memoria è stata realizzata più tardi rispetto gli altri ambienti. Custodisce gli "ex voto", cioè oggetti e ricordi donati da devoti e ammiratori.

Accanto a una ricamata tovaglia di altare burundese, omaggio della miracolata Sabina Kamariza, attirano l'attenzione i molteplici manufatti in cui ricorre costantemente la gratitudine al santo vescovo che, con il cuore pieno di zelo missionario, ha voluto intercedere presso Dio per tante povertà e sofferenze umane.

La cappella dei martiri

La Cappella Martiri è il cuore delle Memorie: la preghiera quotidiana - per loro stessi, per gli amici e i benefattori - vissuta qui dai missionari reduci e malati della comunità della casa madre saveriana, pare perpetuare il clima che sapeva creare il Conforti quando, in questo luogo, salutava i figli partenti per la Cina.

Lo sguardo ammira il bel dipinto in olio del parmense Paolo Baratta (1896), posto al centro dell'altare e raffigurante il Saverio attorniato da rappresentanti di tutte le "genti".

La Cina di Saverio e Conforti

Nella sala Ricordi Saveriani (Cina 1899-1954), attorno all'ultima lettera del Saverio a Ignazio (da Goa, 9 aprile 1552), esposta al centro, si vedono le fotografie in gruppo dei figli del Conforti partiti per la Cina.

Desta interesse il curioso ritratto del vescovo con il colbacco in testa: è lui che rientra dalla visita ai suoi missionari in Cina (1928).

In una vetrinetta sono esposti oggetti d'uso e autografi dei martiri e delle sette suore francescane perite con Francesco Fogolla il 9 luglio 1900 nell'eccidio di Taiyuanfu. Sono stati raccolti dai primi due saveriani andati in Cina.

Cento anni di storia

Infine, il visitatore sosta nella sala Famiglia Missionaria Saveriana: cento anni di storia. Qui può osservare una serie di pannelli in cui sono riassunti, in italiano e in inglese, il primo arrivo storico e la consistenza attuale nelle diverse nazioni dei figli del Conforti, delle saveriane e dei laici saveriani.

In una vetrina a parte sono visibili i profili biografici dei saveriani martiri e oggetti legati ad alcuni di loro.


Per informazioni e visite:

  • Referente è p. Ermanno Ferro: Tel. 0521 920511; E-mail: ermanno.ferro@saveriani.it
  • Le visite sono consentite tutti i giorni feriali, dalle 15 alle 18. Per gruppi e comitive, è bene prenotare con appuntamento.
  • L'entrata alle "Memorie" è dalla portineria principale dell'istituto.


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