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Nel libretto del 2014, stampato per la riapertura della casa di Cagliari, si legge: “C’era poi la tradizione delle Delegate missionarie nelle parrocchie, vero e proprio collante con i parroci e il territorio, che teneva vivi i legami con le famiglie, con i benefattori e gli abbonati di Missionari Saveriani, già iniziato ai tempi dell’animazione missionaria a Tortolì (1947-1950). Il 9 aprile 1961 p. Morandi organizzò a Macomer una riunione delle Delegate Saveriane e degli Amici dei missionari saveriani. Dopo la visita all’Istituto appena completato, p. Morandi ricordò i tre impegni delle Delegate: la preghiera per le vocazioni missionarie, l’aumento degli abbonati al giornalino saveriano, l’iniziativa speciale del dono di una sedia per le aule degli studenti e l’adozione di un allievo missionario”.

Da quel tempo, tanti anni sono trascorsi. Molti amici e amiche sono andati a riposarsi in Paradiso, dopo aver collaborato con molto entusiasmo. “È bello lavorare per i missionari”, disse un’anziana delegata di Silanus prima di lasciarci. Altre e altri ancora lavorano, anche se con il peso degli anni. Eppure non diminuiscono l’entusiasmo e il desiderio di condividere con altre un po’ più giovani questo impegno che ha prodotto e continua a produrre frutti di bene.

Vogliamo qui ricordare i paesi in cui stiamo lavorando, anche se altri sono in attesa di nuove forze. Nel Sud Sardegna, cioè da Oristano in giù, siamo presenti: a Cagliari e dintorni (Monserrato, Selargius, Quartu S. Elena, Quartucciu, Sestu) e poi Arbus, Asuni, Calasetta, Carbonia, Cortoghiana, Decimoputzu, Genoni, Gonnosfanadiga, Guamaggiore, Guasila, Mogoro, Monastir, Musei, Nuragus, Nurallao, Orroli, Pabillonis, Sant’Antioco, Sardara, San Giovanni Suergiu, Siddi, Siliqua, San Sperate, Santa Margherita di Pula, Teulada, Tuili, Uras, Ussana, Villa San Pietro, Villanovafranca, Villacidro, Villasor, Villasimius.
Nel Nord Sardegna, cioè da Oristano in su, siamo presenti: nel basso Oristanese (Solarussa, Tramatza, Riola Sardo e Nurachi, Narbolia, San Vero Milis, Milis, Solarussa); nell’alto Oristanese (Paulilatino, Abbasanta, Fordongianus, Allai, Samugheo, Ruinas, Busachi, Neoneli, Ardauli,Tadasuni, Nughedu Santa Vittoria); nel Montiferru (Cuglieri, Padria, Santu Lussurgiu, Scanu Montiferro, Suni, Sindia); nel Marghine-Planargia, Guilcer (Macomer, Borore, Bortigali, Ottana, Silanus, Lei, Bolotana, Sedilo, Dualchi, Noragugume); nel Sassarese (Uri, Bonorva, Thiesi, Ittiri); nel Goceano-Barbagia-Baronia (Bono, Benetutti, Bitti, Nule, Galtellì, Nuoro, Fonni, Gavoi, Orgosolo, Sarule, Meana Sardo, Atzara, Ovodda).

Per capire dove sono tutti questi paesi, basta prendere in mano una cartina geografica della Sardegna e ci si rende conto di quanti chilometri e della varietà del paesaggio: dalla pianura di Oristano, al Montiferru, dall’altopiano di Macomer, ai laghi, al Sassarese e infine alla montagna (Barbagia fino alla Baronia, cioè sulle sponde del mar Tirreno). Non è solo il paesaggio, ma sono le persone che ci rimangono nel cuore. Prima di tutto le Delegate che, nonostante l’età che avanza, continuano nel loro impegno. Poi, un buon numero di parroci ci accoglie con simpatia. In qualche parrocchia, abbiamo iniziato percorsi di formazione missionaria e in altri lo faremo, appena possibile.

Oltre a questo, siamo invitati per le Quarant’ore, celebrazioni di messe e incontri (anche in qualche scuola), ministero della Settimana Santa, novenari nei santuari. Siamo in contatto anche con i Centri Missionari (Nuoro, Oristano, Ales, Alghero-Bosa). Le richieste piano piano, dopo questo periodo di pandemia, stanno arrivando. Con l’amicizia e la conoscenza, favorita dalle Delegate che fanno da tramite con i parroci, si potrebbero fare tante altre cose. Ma, e qui sta il problema, siamo pochi e ci vorrebbero forze nuove, anche da altre nazioni. C’è il desiderio di conoscere, di aprirsi ai problemi del mondo, eppure non bastiamo…

A volte, dopo le migliaia di chilometri percorsi, mi verrebbe da dire che potrei fare la “guida turistica”. Infatti, muovendomi ne approfitto anche per conoscere la storia, la geografia e la cultura, per far entrare sempre di più nel mio cuore la gente della Sardegna. Grazie, da parte mia e di tutti i missionari per il bene ricevuto fin dall’inizio della presenza saveriana in Sardegna (1947 a Tortolì, poi Macomer e Cagliari). Senza tante persone buone, avremmo potuto fare poco. Ma il Signore le ha messe sulla nostra strada e siamo felici e orgogliosi di averle conosciute. E, come si dice, forza paris ad medas annos.



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