Storie che rafforzano la fede
Padre Lino si trova in famiglia per un periodo di cure e riposo. Volentieri pubblichiamo queste sue riflessioni.
Ho ricevuto due lettere: una da Kamenge, l'altra da Kandhmal. Da Kamenge, in Burundi, mi comunicavano di aver riposto nei cartoni le statuette del presepio. Da Kandhmal, in India, mi informavano che un cristiano del villaggio era stato lapidato perché teneva la bibbia nella zaino.
Il presepio di Kamenge
Quest'anno il presepio è stato preparato, per la prima volta, da una suora congolese del nordest, che porta ancora negli occhi il terrore degli innocenti, fuggiti verso la foresta. I ragazzi e le ragazze delle scuole medie hanno tagliato due giovani banani per creare il paesaggio. Il suolo lo hanno ricoperto con l'erba a foglia lunga che la gente usa per coprire le abitazioni. Invece delle pecorelle, hanno trovato posto l'elefantessa con il suo piccolo, due giraffe, un leone, un coccodrillo che dorme: scampolo incantato del paesaggio che circonda i quartieri poveri della capitale.
A Kamenge il presepio è per tutti una spiegazione: Dio è uno come loro, povero e indifeso come i bambini che popolano le capanne del villaggio. Agli amici di Kamenge il presepe non appare come qualcosa che ricorda un tempo passato. Al contrario, per chi non varcherà mai la soglia della miseria, il presepio è un presente senza fine. Davanti al presepe l'africano impara la libertà, che altri spesso gli negano.
La persecuzione in India
Il 24 marzo si celebrerà la veglia di preghiera per i missionari uccisi in tutti i continenti. Nel 2008 ne sono stati massacrati almeno venti. A questo punto a me è tornata in mente la lettera che una religiosa mi ha scritto dall'India. Anzi, sento dentro la curiosità di verificare se nella lista dei martiri figura anche il nome di Ranjis, un giovane papà cristiano dell'India.
Quella religiosa, mi scriveva: "Hanno bruciato le nostre chiese. Hanno chiuso le nostre scuole. Verso Natale ci è stato permesso di tornare ai nostri posti di lavoro, a condizione di rispettare categoricamente alcune ferree imposizioni".
Ranjis aveva provato a sottomettersi a tutti gli ordini che venivano dallo Stato. Tuttavia, quando è stato costretto ad abbandonare il villaggio per sfuggire alla persecuzione, aveva dimenticato il divieto di portare con sé ogni segno cristiano. Giunto all'uscita, le guardie lo hanno avvicinato intimandogli di vuotare lo zaino che teneva sulle spalle. Gli hanno trovato dentro una bibbia. Non è stato difficile riunire un manipolo di esagitati pronti a lapidarlo.
L'emozione suscitata dentro di me da queste due testimonianze basta e avanza per farmi superare un inverno freddo di neve e di umanità.