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Caro direttore,

di fronte a ripetute stragi (l’ultima avvenuta a Bruxelles), tanta gente ha paura persino a uscire di casa. Cosa si può fare concretamente? Come reagire di fronte a tanta violenza?  Lucia, Piacenza

Cara Lucia, le suggerisco la sintesi di una bella riflessione di Flavio Lotti, coordinatore di “Tavola della pace”. A me è piaciuta molto.

p. Filippo Rota Martir, sx


1. La morte non ci deve mai trovare indifferenti. 

Non importa chi sia la vittima, la sua nazionalità, religione, colore della sua pelle. Non possiamo piangere solamente le “nostre” vittime. Ogni vittima è nostro fratello e sorella. Non abituiamoci mai all’orrore.

2. Il problema da affrontare è complesso.

Il che non significa che sia irrisolvibile. Ma (di fronte a ogni problema complesso) dobbiamo rifiutare le semplificazioni. Per vincere il terrorismo ci vuole tempo, pazienza, costanza. Fuggiamo dallo slogan facile e da tutti quelli che puntano il dito e innalzano muri contro gli altri, l’islam, gli islamici, i migranti, coloro che fuggono da guerra e terrore.

3. Agire con intelligenza.

Per alcuni, con il terrorismo “siamo in guerra!”. Per questa “guerra” bombe e cacciabombardieri, missili e portaerei sono inutili. Quindici anni di “guerra al terrorismo” hanno prodotto risultati disastrosi. Smettiamola di buttare i nostri soldi per fare cose sbagliate e inconcludenti.

4. Fermare le guerre.

La storia ci dice che le guerre in corso alimentano il terrorismo. Lavoriamo attivamente per fermarle. Giustificare una guerra col pretesto della lotta al terrorismo è pura ipocrisia. Occorre inoltre contrastare i traffici legali e illegali delle armi e la loro produzione.

5. Disertare la guerra delle parole.

Le parole uccidono, fomentano l’odio, distruggono la ragione. È urgente costruire un argine a quelli che speculano sulle paure e sull’indignazione dei cittadini, che approfondiscono le divisioni, creano nuovi nemici ed erigono sempre nuove barriere. Gettare acqua sul fuoco della discordia spegne le polemiche, isola i malvagi, costruisce la pace.

6. Bonificare le periferie intossicate.

Sradicare la povertà, lottare contro l’esclusione e l’emarginazione, ridurre le disuguaglianze, riconoscere le diversità, favorire il dialogo, l’integrazione, educare all’accoglienza devono essere tra le priorità di chi vuole sradicare il terrorismo, dall’Europa e dal mondo intero.


7. Vincere il male con il bene.

Non è una sciocca utopia. È la via più concreta ed efficace per uscire dal circolo vizioso del male. La violenza non risolve mai i problemi. Vincere il male con il bene è impegnativo, richiede molto lavoro.  La violenza divide. La ricerca del bene comune unisce. La violenza paralizza. La ricerca del bene comune mobilita.



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