Skip to main content
Condividi su

La vita continua a sbocciare oltre la morte

Uscendo dalla macchina davanti al seminario di Gitega, mi accoglie una scarica assordante di mitragliatrice. Una batteria di spari, come a conclusione dei fuochi d'artificio. Ma non era la fine di una sagra. Il portinaio del seminario mi spiega. Sono i militari dell'esercito nazionale, a una diecina di chilometri da qui. A intervalli regolari, lanciano bombe su un campo di partigiani, che combattono contro l'attuale governo del Burundi.

Il piacere della missione

Questa volta non vi scrivo dalla casa saveriana di Tavernerio, sulle colline che circondano il lago di Como. Dal 16 febbraio mi trovo in Burundi, invitato dalla direzione del seminario per insegnare ecclesiologia ed ecumenismo agli studenti di teologia delle diocesi del Burundi.

E' la terza volta che torno in Burundi. Non mi costa affatto. Anzi, è un piacere per me ritornare in missione, là dove ho cominciato quando ero giovane missionario.
Qui non faccio solo scuola. Ho anche la possibilità di fare attività pastorale, di incontrare sacerdoti, religiosi e religiose locali, di contribuire alla loro formazione permanente. Soprattutto mi interessa riprendere il contatto diretto con la situazione attuale del Paese.

Dieci anni di disastri

I lettori del nostro giornale sanno che in Burundi è in corso una guerra civile che insanguina il Paese ormai da quasi dieci anni. Dopo l'assassinio del primo presidente della repubblica democraticamente eletto, il Burundi è piombato in una spirale di vendette, di violenza e di morte che ha già fatto più di trecentomila vittime. Vi assicuro che queste sono cifre al ribasso!

Il Paese è stato portato sull'orlo del fallimento; l'agricoltura drasticamente ridotta; scuole e industrie funzionano a singhiozzo; lo sviluppo del paese è bloccato; gran parte degli organismi di cooperazione hanno cessato la loro attività. L'economia del Burundi, che si appoggiava già troppo sugli aiuti esteri, è al collasso. La moneta vale sempre meno...

Oggi solo poche agenzie umanitarie continuano a lavorare, spesso in condizioni disagiate e senza poter svolgere in pieno la loro funzione. Quasi tutto il denaro pubblico viene speso per la guerra e questa non accenna a finire. Il 3 dicembre scorso il governo del presidente Buyoya, attualmente al potere, ha firmato un cessate il fuoco con una fazione armata dell'opposizione, ma la guerra continua e i disastri che l'accompagnano pure.

Difficile ritrovare la pace

I rifugiati e gli sfollati interni sono ancora moltissimi; la malnutrizione e le malattie endemiche fanno strage tra la popolazione, soprattutto tra i bambini; l'insicurezza e la paura, i furti a mano armata e le violenze notturne spengono ogni prospettiva per il futuro. La pace tarda a venire e la tentazione di abbassare le braccia è molto forte.

La situazione oggettiva è poco incoraggiante, anche se il governo attuale fa di tutto per accreditare ottimismo e speranza. Anche quando ci fosse un autentico cessate il fuoco, sarebbe difficile ritrovare la pace, dopo tanti lutti e tante ingiustizie perpetrate in questi dieci anni.

Potrà la gente traumatizzata ritrovare la normalità della vita di tutti i giorni? I tanti bambini rimasti orfani e abbandonati sulle strade, le famiglie distrutte, la gioventù senza futuro e senza impiego… come potranno ritrovare una vita normale?

In mezzo alla bufera, segnali di speranza

Noi missionari saveriani siamo qui. Siamo rimasti in mezzo alla bufera e alla paura. Ci tiene qui la certezza che il regno di Dio è all'opera, anche in questa situazione che sembra essere senza futuro. Il regno di Dio attende che i cristiani lo riconoscano e lo promuovano, con speranza e fiducia nella "potenza della risurrezione" che ha l'ultima parola, anche dopo la morte fisica.

A volte è difficile credere a questa presenza nascosta, che è come un granello seminato nella storia: il seme germoglia e cresce da solo, anche quando il seminatore dorme o fa dell'altro.
Ma i fatti ci sono e ci confortano: la stessa speranza della gente sostiene la nostra speranza; il desiderio di ricominciare, i tentativi di pace, i cammini della non violenza che si affermano; la crescente coscienza dei propri diritti e dei propri doveri, una volta del tutto assente...
Tutto questo, insieme con la vita che continua a sbocciare in questa terra, malgrado tanta morte, ci dice che il lievito del Regno sta fermentando la storia.

Il Signore non è morto invano. Egli è risorto e ci precede. Ci crediamo davvero.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 5210.76 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Aprile 2012

Missioni Notizie: Pakistan, Ecuador, India, Libia, Premio "B. Fabiani"...

Martiri sempre Pakistan: un anno dopo. A Islamabad sorgerà un'università intitolata a Shabhaz Bhatti, il ministro cattolico per le minoranze relig...
Edizione di Novembre 2020

Vite coerenti, intrise d’amore

Da varie settimane, i missionari saveriani di Roma avevano il desiderio di ricordare in modo adeguato i vari confratelli che ci avevano lasciato qu...
Edizione di Febbraio 2024

Essere volontaria in carcere…

Anche oggi, come ormai da mesi, sono andata all’appuntamento con i miei amici in carcere che visito ogni quindici giorni. Devo prendere l’auto perc...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito